Ritorno alle origini nel caveau della banca.
Data: 09/09/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: BelloCaldoCN
... godimento partire all'unisono dalle gole dei miei fottitori: era come un lamento roco e intenso, il segnale cavernoso di una vittoria. Iniziò una danza ritmica e primitiva in cui io ero strumento e suonatore al contempo: sul tamburo delle mie cosce sempre più roventi battevano i colpi poderosi di quei lombi rudi, sentivo le cosce ispide e massicce di Mario, tutte muscoli, aderire al mio corpo dietro e sfiancarlo con una potenza dilatatoria inimmaginabile e la mia bocca, ammaestrata ormai agli spartiti tribali del piacere, zufolava dal flauto di Enrico motivi inauditi, melodie di soffoconi spaesanti. Non so per quanto andò avanti così, ma dovette durare per un po' se a un certo punto mi sembrava di scivolare sul pavimento reso bagnato dal sudore che grondava nella foga martellante di quella brutale sinfonia. Soci negli affari e soci nel sesso, Enrico e Mario rivelavano una capacità di intesa sorprendente. Così quando il verde diamantato degli occhi di Enrico lampeggiò un cenno verso l'altro, sentii Mario che diceva: -Ok, ci siamo-. Intravidi Enrico inarcarsi sulla schiena, lo stesso doveva aver fatto Mario dietro: un colpo dirompente da ambedue le mie estremità sbrindellò le mie ultime resistenze e nello stesso istante ma in direzioni opposte un fiume in piena bollente mi penetrò le viscere, due colate laviche che sembravano corrersi incontro e arroventare ogni mio organo, nutrirlo di un'ambrosia mai gustata e potenziarne a dismisura le capacità. Un ruggito riempì il ...
... caveau, ruggito che si stemperò in ululato, infine in sospiro breve. Quali creature erano quelle che mi avevano così stemprato? Uomini, fiere, vulcani? O tutte le tre cose insieme, come all'origine del mondo quando la forza degli elementi ribolliva in un unico vortice che ora la sessualità sprigionata aveva ricreato?
Gli arcobaleni che avevano fatto sorgere dentro di me con i fiotti del loro seme annunciavano la fine della tempesta che si era scatenata e sui loro muscoli prima tesi a mille calò una quiete di appagamento totale. Eppure...eppure io il mio arcobaleno non l'avevo fatto sorgere, non avevo schizzato, come mi confermò anche il pavimento sotto di me. La parabola che Giulio mi aveva mostrato in quella lontana estate sembrava che non fossi capace a crearla. Non si smantellano in breve tempo vent'anni di convenzioni, di imbalsamatura sociale: avevo ancora un blocco psicologico. Probabilmente la mia faccia tradì la delusione perché Enrico mi chiese: - Non ti è piaciuto?- -Tantissimo, ma...-
- Non lo vedi che ne vuole ancora? Non ha sborrato il suo cazzo ritroso- interruppe Mario.
-E' vero che ne vuoi ancora?- Insistette Enrico. Dovette capire il mio imbarazzo perché mi venne vicino e mi accarezzò i capelli dicendo: - Non ti preoccupare. E' tutto a posto-. Poi puntò il socio con quel suo sguardo d'intesa che gli avevo già visto prima. Non volevano farmi uscire di lì senza avermi offerto tutto. Io m'ero accasciato contro un lato del corridoio ed eccoli distendersi al ...