Ritorno alle origini nel caveau della banca.
Data: 09/09/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: BelloCaldoCN
... centro, schiena a terra, le gambe di Mario lungo i fianchi di Enrico, impugnare l'uno il cazzo dell'altro e farli strusciare tra loro. Mario, girando la testa verso di me, ordinò: -Dai, ricaricaci le carabine!-. Potevo disobbedire a un tono così imperioso? Mi trascinai verso di loro e mi fermai a guardare non sapendo da quale dei due cominciare. Ma fu ancora una volta la mano di Mario a risolvere i dubbi: calata sulla mia testa mi spinse la faccia su quelle cappellone luccicanti e mi costrinse a ingoiarle insieme. Sulle loro nerchie restava ancora abbondante colaticcio di sborra che succhiai con intensità, insaporendomi le labbra di quel gusto asprigno. I cazzi un po' ammosciati dalla schizzata riuscivano a starmi in bocca, ma presto ricominciarono a gonfiarsi e inturgidirsi. Pazzesco, che capacità di ricarica avevano i miei elargitori di godute! A breve iniziai ad avere conati di vomito sbrodolando saliva a più non posso sulle loro aste, ma Mario continuava a spingere con la mano perché continuassi. Gli occhi mi lacrimavano, tossivo e sentivo i nerchioni riempirmi la gola. Quando la mano del cavernicolo si staccò, caddi riverso indietro, ma Mario si alzò di scatto, mi sollevò di peso e mi posò a cavalcioni sul cazzo di Enrico, dritto come un palo. Sentii di nuovo quel candelotto attraversarmi le chiappe, riconquistare la strada già nota, riaprire il varco e catapultarsi dentro. - Guardami, amore, guardami- mi sussurrava il mio sventratore ed io protendevo il volto verso ...
... di lui, ammaliato dal suo sguardo di lussuria mentre mi chiavava con la stessa foga della prima volta. E qui accadde l'impensabile: avvertii l'ombra gigantesca del primitivo oscurare la mia schiena, Enrico cessò un attimo le spinte, le sue mani mi allargarono le chiappe per fare posto alla clava del socio che, grugnendo, me la fece entrare strusciandola sul nerchione dell'altro. Cacciai un urlo che avrebbe varcato la porta blindata del caveau se Enrico non fosse stato lesto a soffocarmelo portandomi una mano sulla bocca. Il primo minuto fu uno spasimo indicibile, poi il piacere si sovrappose al dolore oscurandolo a poco a poco. Il mio buco s'era fatto elastico, come preconizzato dai miei chiavatori. Godevano i due soci, oh se godevano, arroventandosi le due mazze l'una con l'altra nella camera compressa del mio culo. Con la solita intesa alternavano le spinte in modo da dosare le forze e il piacere. Mario inizialmente era a gambe divaricate dietro di me, poi finì con l'avere una gamba piegata e protesa in avanti verso la mia testa. Aveva ancora le adisas slacciate: afferrai quella che avevo più a portata; avevo bisogno di una droga per sopportare quell'estremo affronto di godimento maschio. Gli tolsi la scarpa, la appoggiai sul petto di Enrico e vi affondai la faccia, come a respirare da una maschera d'ossigeno, poi la offersi a Enrico perché respirasse anche lui quell'afrore rigenerante. Enrico non rifiutò, anzi sembrò apprezzare il bel gesto, perché un colpo più intenso si ...