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Al bagno pubblico del parco (parte III, finale)
Data: 13/09/2018, Categorie: pissing, Autore: Marta G.
Dopo quei giochetti bagnati anche io iniziavo a sentire lo stimolo di fare pipì e lo dissi a Cinzia. “Aspetta, cara, cerca di trattenerti un attimo, intanto siediti sulla tazza del water” Mi tirai su il vestito e stavo per calarmi le mutandine, ma la mia compagna di avventure mi bloccò la mano. “No aspetta, mettiti seduta e lascia le mutandine dai; brava così e allarga bene le cosce” mi disse divaricandomi lei stessa le gambe in modo da lasciarmi completamente esposta anche se con ancora indosso le mutandine. Nel mentre entrò un uomo sulla cinquantina che di fatto si trovò la porta della nostra stanzetta spalancata e non poté fare a meno di guardarmi. Cinzia gli fece cenno di avvicinarsi. “Vieni non essere timido, ti va di vedere questa bella fichetta pisciare?” chiese L’uomo non era affatto timido e non si lasciò pregare. Entrò nello stanzino e chiuse la porta dietro di sè, stavamo stretti ma ci entravamo tutti e tre. “Dai Marta inizia a pisciare” mi disse Cinzia “Ma così m’infradicerò le mutandine” “Eh cosa vuoi che sia dai, non lo trovi eccitante?” In effetti per me era eccitantissimo stare rinchiusa lì dentro e farmi ammirare da uno sconosciuto mentre mi pisciavo addosso. Tuttavia per quanto mi sforzassi all’inizio non usciva nulla. L’uomo sembrava molto paziente, ma dalla sua patta già potevo percepire la sua durezza sotto. Quindi Cinzia cominciò a sfiorarmi appena percettibilmente sopra le mutandine e con la bocca faceva “Sssshhhhh” proprio come si fa con i bimbi ...
... quando si vuole aiutarli a far pipì. Inutile dire che quel lieve tocco e quel suono mi sbloccarono immediatamente. Prima feci due piccoli schizzetti che inumidirono appena le mutandine senza però riuscire a trapassare il tessuto. Poi la pipì iniziò a defluire dalla mia fighetta colando attraverso lo slippino in un torrentello che finiva dritto dentro il cesso. Cinzia lesta tiro giù i pantaloni all’uomo e gli estrasse l’uccello dalle mutande, era già di marmo ma con ancora la pelle a ricoprire la cappella. La mia amica iniziò una sega velocissima mentre pisciavo lentamente. “Falla piano Marta, lascia che il nostro amico se la goda per bene” disse e nel frattempo passò una mano sul flusso della mia pisciata bagnandola per poi usare la stessa mano per continuare la sega allo sconosciuto. Il contatto sulla cappella della mia pipì lo fece grugnire di piacere e Cinzia lo segava sempre più veloce; lo sciacquettio della sega accompagnava il rumore della mia pisciata. Poi l’uomo rantolò e mentre ancora la facevo prese a sborrare all’impazzata mentre la mia compagna non rallentava il ritmo della sega. Il suo seme mi ricoprì le cosce e alcuni spruzzi mi colpirono direttamente nelle mutandine che ormai erano completamente bagnate. Quando ebbi finito mi allungai e ripulii il cazzo dello sconosciuto con la bocca, rimanevano solo le ultime gocce. Lo sconosciuto invece iniziò a toccarmi la figa scostandomi gli slip, gli venni in mano in meno di trenta secondi. Avevo già perso il controllo e ...