La Scema 2 - Inattendibili insinuazioni
Data: 15/09/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: senzaidentità
... come le era solito senza manco rendersi conto di chi la stava fottendo. Chiunque fosse il genio della lampada l'aveva fregata per davvero. Un tale annullamento della persona che da solo mi procurava un’eccitazione troppo più grande delle immagini di bende sugli occhi e sevizie varie. Il silenzio e l'incapacità totali di difendersi di lei, avevano prodotto un effetto psicologico devastante. Mi ero reso conto, con orrore, che quella vista, tragica ed insensibile, aveva suscitato in me tutti i sintomi del desiderio. Dovevo scoprire chi era, la mia fantasia rappresentava una roba ma le sue azioni tutta un'altra. Marta avevo detto che l'andava a trovar la sera prima di cena, al mattino trafelato, dopo in tuta. Chi tra le mie conoscenze aveva tali abitudini? Mi veniva in mente uno solo e se è vero che son sempre gli insospettabili… Il mio professore racconta-favole arrivava di corsa la mattina, la sera andava ad allenarsi e poi lui stesso lo diceva, prima cenava e solo dopo si faceva la doccia e correggeva i nostri orrifici temi. Rimasi lì come un imbecille fino alle sei col cuore dal battito accelerato ma non scorsi né Marta né l'insegnante che intimamente accusavo. Era un uomo dalla vita molto ordinaria e se mai fosse stato tutto vero, di certo avrebbe cercato di mantenere il segreto, per tanti, troppi motivi. Ormai avevo controllato il parco in lungo e in largo e non c'era traccia di loro. Che gli avesse detto che se l'era fatto sfuggire con me? In compenso incrociai uno dei ...
... panzoni pensionati che oziavano lì nelle serate quasi estive. “Buonasera.” “Oh buonasera!” Mi rispose la sua panza sollevandosi al mio arrivo. “Mica hai visto Roberti?” “Il professore?” “Si, il mio professore.” “No. Io non ce lo vedo mai qui.” “Non viene a correre la sera?” “Qua? Ma no vedi che ti sbagli. Lui se ne va sempre giù al lungomare.” “Ma perché ci abbiamo il mare?” “Qui no – gesticolò- a Pescara dico. Roberti la sera si va a correre tutto il ponte al mare con un amico suo.” “Ah ecco. No perché io qua di mare non ne ho visto mai.” “E manco io. Qua montagna è, fra un po'.” “Ciao mastro, grazie.” “Gli dico che l'hai cercato quando lo vedo.” “No, lascia perde…” “Ti serviva qualche cosa?” “Niente di che glielo dico domattina a scuola.” “Vabbè.” Ecco lì ci rimasi molto bene, davvero mi sentii sollevato di aver dubitato del mio professore ma le ipotesi non erano del tutto assolte. Neppure Marta avevo incontrato, forse era presto? Che ne sapevo a che ora si cenava in casa sua. I piedi mi portarono nei pressi di Santa Maria Maggiore, dov'era sita casa della troia Nicla, un'altra scema ebbi a sapere presto. Il suo muratore stava lasciando la casa ma non imbrattato di calce come logico che fosse, se ne stava bello tirato in una tuta nike davanti alla portiera del Mercedes Elegance blu morto. Abbassai il capo ed aguzzai la vista. Riponeva una cinquantamila lire in un portafogli blu spento firmato ck. Da ciò che sapevo in quel periodo non era strano che un operaio edile con olio di ...