1. Il colino cap. IV


    Data: 16/09/2018, Categorie: Etero Autore: passepartout, Fonte: EroticiRacconti

    ... volta a settimana, il resto delle faccende le fa lei, perché è pignola e ci tiene ad occuparsene personalmente, mi piace questa cosa. Mi mostra i doppi servizi, la camera degli ospiti e la stanza da letto, quella che lei definisce “il centro del mio mondo”. “Perché?” le chiedo, forse ingenuo. “Perché quando sono qui dentro, mi sento veramente me stessa.” Accetto questa spiegazione senza fare altre domande, torniamo in salotto. Mette su il tè, sorrido quando me lo propone e mi offro di servirlo, ma lei mi dice: “Siamo a casa mia Bruno, tu me l’hai servito spesso in questi mesi, stasera tocca a me.” Parliamo di letteratura, Olivia è una lettrice accanita, condividiamo la stima e l’apprezzamento per alcuni autori come Licalzi e Coe, ci scambiamo titoli e impressioni, mi sto sciogliendo. Mi serve il tè, un classico tè nero, forte ma di gusto, le parlo dei racconti che scrivo, s’incuriosisce, mi chiede di che genere sono, respiro profondamente e rispondo: “Sono racconti erotici.” Sorride lei stavolta, fa ...
    ... un’espressione fintamente stupita e volutamente ammiccante, così voluta, che ne ridiamo entrambi. “Me ne faresti leggere qualcuno?” Mi dice quando ha smesso di ridere, me lo dice seria non me l’aspettavo o forse si, chissà. “Certo, se ti fa piacere.” “Ne sarei entusiasta.” Poi mi chiede se le storie che racconto sono vere o frutto della fantasia, rispondo con la banalità tipica dello scrittore dilettante:”C’è un po’ di tutto, esperienze, fantasie, desideri.” Lei mi fissa con quegli occhi che sembrano spalancarsi all’infinito, si avvicina ancora di più, è un attimo e mi trovo le sue labbra sulle mie, i miei occhi nei suoi, li socchiudo, le mie mani cercano le sue spalle, mi abbandono al caldo bacio, apro la bocca e lascio che la sua lingua mi penetri, la cerco, l’intreccio alla mia, siamo immobili eppure pulsiamo, silenziosi eppure le nostre menti si stanno dicendo infinite frasi. Non so quanto duri tutto questo, a me sembra un’eternità, poi si stacca da me, si alza e mi prende la mano: “Vieni con me Bruno.” 
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