1. Ciao belle tettine. parte 6: uno per tetta, una tetta per uno


    Data: 27/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Capezzolone

    ... l’allievo e riconosco il ditone esperto del Signor Gino che scava nelle profondità del mio piacere.
    
    In estasi mi sollevo, sfilo con irruenza i boxer a Marco. Ha una verga larga e possente come quella dello zio, con un afrore simile, che io mi chino ad assaporare affamato. Lui sembra molto compiaciuto.
    
    “Aspetta!” lo zio mi fa sdraiare.
    
    “Infilaglielo in mezzo alle zizze” gli fa. Marco obbedisce. Lo zio Gino mi prende le tettine e inizia a stringerle e a menare una fantastica spagnola al nipotone, mentre intanto mi solletica i capezzoli per far godere anche me. Io isterico come un ossesso afferro i piselloni di entrambi e inizio ad accarezzarmi i capezzoli con le loro cappelle.
    
    Alzando lo sguardo vedo che i due omoni si guardano divertiti. Lo zio Gino mi riprende a solleticare il buchino con il dito e a penetrare sempre di più. Vedo che fa poi cenno al nipote. Lo zio si viene a sedere accanto al mio viso e mi accarezza la fronte.
    
    “Fammi vedere come ti scopa Marcolone”
    
    Intanto Marco è ai miei piedi, mi solleva le gambe appoggiandole sulle sue spalle possenti, mi appoggia il cazzone sull’orifizio e mi penetra con un colpo secco.
    
    Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!
    
    Per quanto lo zio mi abbia ben svezzato, quel cazzone che entra di botto è un dolore lacerante. Vedo che lui mi lancia uno sguardo premuroso, ma forse lo zio lo rassicura. Marcolone inizia a cavalcarmi con morbidi colpi di bacino. Non ero mai stato scopato così, da davanti. La vista di quelle due ...
    ... belle sise che mi ballano di fronte, tra le mie gambe, mi fa quasi dimenticare il dolore. Con un moto istintivo mi piego in avanti e gliene trattengo una con la bocca. Lui geme. Lo zio mi accarezza la testa. Seduto sul letto, mi fa appoggiare sulle sue ginocchia, piegato in due, e, mentre lo stallone giovane mi monta, il maschio maturo mi prende i capezzoli tra le dita e inizia a giocherellarci roteandoli e strattonandoli. Alzo lo sguardo verso di lui, che torreggia su di me godendosi lo spettacolo. I suoi occhi sornioni mi fissano con un misto di amore paterno, di desiderio animale e di totale autorità. Adoro tutte le vie oscure del piacere in cui mi sta conducendo. Le sue zizzone si sporgono, incombenti, chine su di me, i suoi capezzoli mi fissano sorridenti. Contratto dalla foia e dal dolore me ne attacco a uno a testa in giù, ciucciandogli l’anima. E così, sdraiato, con uno che mi fa godere il culo, l’altro che mi masturba i capezzoli e una sisa appetitosa in bocca, inizio a godere come un dannato. E sborro e sborro e sborro, senza neppure toccarmi il pisello.
    
    “Cazzo…” esclama Marcolone.
    
    “Hai visto?” ammicca lo zio.
    
    Non sapevo ancora che quello fosse il famigerato orgasmo anale. E che non è una cosa da tutti i giorni.
    
    Marco esce da me, come incantato. Si sfila il preservativo e inizia a segarsi di fronte alla mia faccia, quasi volesse completare il lavoro che ho fatto sborrandomi addosso da solo. È uno spettacolo così arrapante che reagisco pur essendo appena ...