Solo un racconto
Data: 28/09/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Mr Gwyn
... giovane moglie di spogliarsi, le spalancava le cosce, la leccava come avrebbe fatto un lupo con la sua carne, prima di mangiarla e poi entrava nel suo fodero di velluto col suo bastone nodoso, la sbatteva per una mezz’ora, la riempiva di se e dopo si girava dal suo lato del letto e dormiva sodo. Rosita non diceva nulla ma era chiaramente umiliata da questo comportamento, mai un bacio, una carezza, la preoccupazione per il suo piacere, ad ogni modo in uno di questi amplessi, rimase incinta. Quando lo scoprì, suo marito non dimostrò particolare entusiasmo, probabilmente dava per scontato che sarebbe accaduto. Lui continuava a prenderla, ogni sera, allo stesso modo, qualche volta la chiavava alla pecora, montandola con la solita irruenza, di tanto in tanto le chiedeva di succhiargli la verga ma Rosita non era brava, non aveva esperienza e senza alcun amore, lo vedeva come l’ennesimo gesto di dominazione che in qualche modo rifiutava, a quel punto, Diodato le intimava di smettere e la prendeva in una delle due posizioni che conosceva, per poi tornare a dormire, come sempre. Man mano che la pancia di Rosita ingrandiva, la posizione divenne una sola e l’uomo non smise fino a pochi giorni dal parto, quando anche la levatrice, gli fece capire, con linguaggio metaforico che non stava bene continuare a prendere la propria moglie in queste condizioni. Annuì silenziosamente facendo capire di aver afferrato il concetto e smise. Nacque una bambina sana, cogli stessi occhi azzurri del ...
... padre, le venne dato il nome di Stella, come quella che Diodato aveva regalato a sua madre quando si erano fidanzati. L’uomo la tenne in braccio per pochi minuti, prima di riconsegnarla alla madre, qualcuno giurò di vedere le lacrime bagnargli gli occhi, ma nessuno ebbe il coraggio di raccontarlo, quel piccolo fagotto nelle mani callose e grandi di Diodato sembrava un fuscello. Passarono degli anni, Virginio era morto, come promesso aveva lasciato la bottega a Diodato, che con la barba sempre più striata di bianco, continuava il suo lavoro ed in più aveva aperto un laboratorio per sculture e preso sotto la sua guida un giovane. La vita sembrava ripetersi. Il giovanotto faceva la corte a Stella ed il falegname vedeva di buon occhio questo rapporto, quel ragazzo gli ricordava lui da giovane, sfortunato ma grande lavoratore e insieme intagliavano statuette sempre più belle, che vendevano nei mercati. Rosita nonostante un amore mai ricevuto non era sfiorita, i suoi fianchi erano più larghi dopo il parto, ma i suoi seni erano rimasti sodi e le sue chiappe dure come quando era ragazza, ma non era più riuscita ad avere figli, suo marito continuava a prenderla allo stesso modo, anche se col tempo aveva diradato le notti nelle quali la montava. Venne il giorno in cui Elia chiese la mano di Stella ed il falegname gliela concesse. Organizzarono una festa e i due giovani andarono a vivere in una casa costruita alla fine del villaggio, aiutato dal suocero e dagli altri paesani. Dopo qualche ...