L'isola
Data: 28/09/2018,
Categorie:
Etero
Autore: caimano
Trascorrevo le estati sull'isola, vicino al monastero. Il mattino presto percorrevo la strada abbandonata che dalla collina scendeva al mare. Impiegavo circa mezz'ora lungo il sentiero roccioso, attraverso gli ulivi argentati e giù per i villaggi di pescatori, fatti di capanne.Le donne dell'isola erano inaccessibili, religiose. Per lo più non amavano nuotare e lasciavano queste attività ai pochi turisti dell'isola. Anche i pescatori condannavano questo comportamento e disapprovavano i bagni di mezzanotte da esse introdotti.Ogni giorno, scendevo in una piccola baia rotonda di una trasparenza tale che si poteva nuotare fin sul fondo e osservare la barriera corallina e pesci insoliti. I pescatori narravano una strana storia circa questo posto.Una sera, alcuni anni prima, la giovane figlia di un pescatore passeggiava sulla riva del mare, tra la sabbia rossa, con il vestito bianco aderente al corpo. Così camminando, sognante, rapita dalla danza della luna sul mare, arrivò a una cala nascosta nelle cui acque qualcuno stava nuotando. Ne riusciva a scorgere solo la testa e di tanto in tanto un braccio. Il bagnante era piuttosto lontano, ma udì la sua voce delicata che la chiamava: "vieni... é bellissimo...". Era molto invitante. La ragazza poteva benissimo togliersi il vestito e rimanere solo con la corta camicia. Si osservò in giro attentamente e non c'era nessuno. Il mare era calmo e screziato dal chiaro di luna. Per la prima volta essa comprese la passione per i bagni di ...
... mezzanotte. Si tolse il vestito: i capelli lunghi e neri, gli occhi verdi, più del mare, il corpo agile. Le sue forme erano splendide, i seni alti, le gambe lunghe. Sapeva nuotare meglio delle altre donne dell'isola, si immerse, muovendosi in ampie bracciate. Il ragazzo la raggiunse sott'acqua e la prese per le caviglie. Scherzarono insieme, lottarono abbracciandosi. Riemersero alla ricerca di aria, divertiti, nuotando spensierati ora lontani ora vicini. La camicia della ragazza le fluttuava intorno le spalle, impedendola nei movimenti. Alla fine le scivolò via del tutto, lasciandola nuda. Il ragazzo si immerse nuovamente, e la accarezzò come per gioco, pizzicandola, avvicinandosi sott'acqua alle sue gambe. Egli, inoltre, apriva le proprie così che lei potesse passarci in mezzo per riemergere dall'altro lato. La ragazza notò che anche l'altro era nudo. Poi, all'improvviso, sentì l'abbraccio di lui avvolgerla da dietro, coprendola totalmente con il proprio corpo. Avrebbe voluto divincolarsi, ma era dissuasa dall'acqua tiepida, come un cuscino lussureggiante. Si lasciò stringere con maggiore forza e d'improvviso quel che percepì tra le gambe non era una mano, ma qualcosa di diverso, qualcosa di inatteso e impressionante che la indusse ad urlare. Nessuno la udì. Urlò nuovamente, non tanto nella speranza di essere udita, quanto perché era una reazione che riteneva doverosa. La stretta le sembrava calda e affettuosa. L'acqua, le mani, il pene eretto cospiravano a risvegliare in lei un ...