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L'aria di amsterdam
Data: 03/10/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: liveinparis
... voglio essere scopata senza sapere se il cazzo che mi sta entrando dentro è tuo o di Rick”. La spogliammo completamente e la mettemmo a novanta gradi sul pavimento. Nuda e bendata. Iniziammo a toccarla. La fica era talmente bagnata che stava letteralmente gocciolando ed io mi divertivo a “torturarla” toccandole le grandi labbra, tutte dilatate, senza mai entrarle dentro la fica. Rick si era ben adattato alla situazione e si passava una mano sul cazzo mentre toccava quel corpo di troia così vogliosa. Con un cenno feci capire a Rick di penetrarla. Ero così eccitato che sarei potuto venire subito. Rick entrò dentro la fica di Sara iniziando a pompare con voglia. Direi che lei aveva fatto il giusto effetto… Sara si muoveva sapientemente ed io decisi di strusciarle il mio cazzo sul viso fino ad infilarglielo tutto in bocca. Le sborrai subito addosso e in gola, ma non feci in tempo ad uscire dalle sue labbra che ero di nuovo eccitato con il cazzo ancora più duro. “Ho sempre sognato di prenderlo nel culo” mi disse. Interruppi Rick che ...
... stava facendo bene il suo lavoro e ci spostammo sul divano. Mi sedetti e presi Sara sopra di me. Con non troppa difficoltà riuscii subito ad abboccare il mio uccello al suo buco del culo. La mia donna era una bestia in calore e la lubrificazione della sua fica rese tutto più semplice. Non appena dentro iniziai a muovermi lentamente e Sara iniziò a mugolare con il cazzo di Rick in bocca. Lui capì che era il momento di riempirle anche la fica. Si sdraiò su di lei ed iniziò una stupenda doppia penetrazione. Andammo avanti così per qualche minuto. Sentivo la punta del cazzo di Rick a contrasto con il mio mentre mi muovevo nel culo di Sara che stava esplodendo di piacere. Ci coordinammo sapientemente e sborrammo a lungo dentro il corpo di lei, ognuno nel proprio buco. Sara si sentiva troia come non mai, come forse aveva sempre sognato di essere. Attese che i nostri membri finissero il lavoro e si alzò delicatamente. “Non dovevamo mangiare qualcosa?” disse. Con la sborra che le colava ancora tra le gambe mi sorrise e si avvicinò alla cucina..