1. Masturbarsi in cantina


    Data: 03/10/2018, Categorie: Masturbazione Autore: beast, Fonte: EroticiRacconti

    ... umori, facevo dei mulinelli con indice e medio che ruotavano uniti in continui cerchi concentrici sempre più stretti, fino ad arrivare alla stretta fessura tra le labbra, allora il dito medio diventava il protagonista principale, entrava un poco tra le piccole labbra e si metteva a muoversi ritmicamente in su e in giù, dall’alto verso il basso e viceversa, premendo sempre di più fino a diventare quasi violento, a volte inarcavo la schiena facendo cadere i mie lunghi capelli al di là dello schienale della vecchia poltrona, allargavo ancora di più le gambe portandole sopra i braccioli in modo da esporre al meglio la mia vagina al lavoro ritmico del dito, assecondandolo con movimenti del bacino, contraendo i glutei e spingendo verso l’alto il pube. Era il momento di dedicarsi al piccolo bottoncino rosa che ormai eccitato e ricettivo al massimo aspettava solo di essere titillato a dovere. Mentre mi toccavo mi piaceva immedesimarmi in situazioni particolarmente piccanti, sporche, proibite, mi immaginavo di essere coinvolta nelle scene più diverse, una volta era il figlio dei contadini che abitavano due cascine più in là, un grosso energumeno di ventiquattro anni non esattamente intelligente, ma era proprio immaginarmi alle prese con un rozzo giovane di campagna la cosa più eccitante. I suoi stivalacci di gomma sporchi di letame, il cazzo che premeva contro la vecchia salopette di jeans, le sue mani nodose che mi frugavano rudemente tra le cosce, il suo cazzo enorme, odoroso e ...
    ... storto che mi penetrava senza nessuna pietà, a volte ci raggiungeva suo padre, un vecchio contadino volgare, e anche lui mi metteva le mani addosso, mani sporche di terra, dita callose, unghie nere. Altre volte invece immaginavo che fosse mio cugino Marco a farmi godere. Anche lui passava parte delle vacanze estive nella casa dei nonni, era un anno più giovane di me, molto carino ma un po’ imbranato, magro, occhialuto, un lungo ciuffo di capelli neri gli copriva gli occhi quasi completamente, quando pensavo a lui immaginavo le sue dita lunghe e delicate che timidamente esploravano la mia intimità, o lo immaginavo seduto al mio posto sulla poltrona, con la testa reclinata all’indietro e una mano posata sulla mia nuca mentre assecondava il meraviglioso pompino che gli stavo facendo, me lo figuravo dotato di un cazzo lungo e sottile che mi solleticava il fondo della gola con la piccola cappella. A volte immaginavo che lo zio, suo padre, entrasse in cantina e ci beccasse mentre scopavamo ma invece di sgridarci si univa a noi, prendendomi da dietro mentre succhiavo il pisello di suo figlio. Avevo persino immaginato di essere in cantina col nonno, di strusciarmi contro i suoi vecchi calzoni di velluto e sentire la sua nerchia indurire. Mi tirava a cavalcioni su di lui e mi infilava una mano sotto la maglietta, prendendo uno dei miei piccoli capezzoli rosa tra le dita, mi baciava facendomi solletico con gli ispidi baffi grigi, mi leccava un orecchio sussurrandomi di non dire nulla alla ...