Il Monsignore
Data: 05/10/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Tibet
Il racconto è frutto della mia fantasia. Monsignor Barbiati è un bell'uomo. Alto, veste perfettamente il clergyman fatto su misura. Porta splendidamente i suoi anni, palestra, parrucchiere, manicure, massaggi, lampade, terme, nulla trascura per migliorare il suo già eccellente aspetto. Il bel viso glabro, gli occhi chiari colore dell'ardesia, la dentatura perfetta, la pelle liscia e tesa, i capelli brizzolati tenuti corti. Tutto in lui denota agiatezza, potere, sicurezza. L'intelligenza pronta, razionale, una superbia intellettuale che spesso lo rende inviso ai suoi interlocutori ma solo a coloro ai quali la lascia intravedere, non certo ai suoi superiori con i quali ha un comportamento neutro e mostra disponibilità. Occupa un incarico di primaria importanza nell'Istituto per le Missioni, un incarico politico che lo porta spesso per il mondo, a volte in incognito, a volte sotto altro nome. E' un "negoziatore". E' il “Negoziatore”, colui che tratta gli affari più oscuri e spinosi del Vaticano, compito nel quale deve usare cinismo e poco spirito di carità, né giustizia, nè nessun condizionamento religioso. Sono le undici del mattino di un giorno di primavera. -Monsignore...-. Il suo segretario. -C'è una signorina che chiede di vederla, Monsignore... non ha appuntamento. Le ho già detto che è impossibile farla ricevere e allora mi ha consegnato questa busta, dice che è importantissimo che Lei la legga...- E' una piccola busta bianca chiusa. Monsignor Barbiati la guarda, la gira ...
... fra le mani poi con un tagliacarte di avorio la apre. Una semplice frase. -Sono la figlia di Margaret Blond-. Margaret! Suona per il segretario. -E' ancora qui la signorina? La faccia entrare...-. Quando questi la introduce, si alza, le si fa incontro, le da la mano, la accompagna alle due poltrone sul bovindo che guarda Piazza Navona. La ragazza? Vent'anni. E' bellissima. E lui... rivede in lei Margaret e se stesso. Ha già intuito ma aspetta conferma. Dopo dei convenevoli lei gli porge una lettera, pesante, di carta telata, preziosa, lui ricorda il monogramma che orna la busta. Si alza... la apre, contiene una lunga lettera, si avvicina alla finestra per leggerla. Margaret gli scrive che nel caso lui legga questa lettera vorrà dire che lei non vive più, gli chiede di pensare alla loro figlia, la figlia nata dalla loro relazione, nata dal loro amore, scrive di loro. L'uomo ricorda... Ricorda la donna della sua vita, l'unica donna che ha amato, l'unica donna che ha mai avuto. Si rivolge verso la ragazza e le porge le mani. -Dimmi di lei... di tua madre...-. La ragazza gli racconta. La sua voce è rotta dalla emozione, gli dice che non ha mai saputo nulla di lui, la madre glielo ha nascosto, solo in punto di morte le ha dato la lettera e le ha raccontato di chi fosse figlia. Gli racconta che le ultime parole della madre sono state per lui, suo unico e grande amore. Le parole toccano il cuore arido dell'uomo. E come la pioggia leggera, continua, persistente fa fiorire un assetato ...