1. Deja-vu. -10


    Data: 07/10/2018, Categorie: pulp, Autore: Ylgr

    ... col telefono stretto in mano, si lascia cadere distesa sul letto, i piedi penzoloni a sfiorare il pavimento, le braccia distese. Ricorda con nostalgia il periodo in cui, da ragazza, passava pomeriggi in quella posizione, ascoltando musica, sognando il proprio futuro. Non cambia posizione, quando sente la porta della stanza che si apre e i passi dell'uomo che entra. -Mi son fermato un po' più del dovuto per parlare con mia moglie. Come và? Si è appena giustificato, senza che lei gli avesse rivolto non una domanda, ma una sola parola. Lascia cadere il telefono, quando si rende conto che lo sta stringendo con forza. Lo lascia andare per paura di mostrare la rabbia che la sua frase, il suo atteggiamento, le ha provocato. E non risponde, se non quando le si siede accanto. -Ti sei profumato un po' tanto nel tragitto, per parlare. Comunque, sono otto. Attende risposta, senza cambiare posizione. Solo quando è certa di non riceverne, volge capo e sguardo in direzione dell'uomo seduto sul letto, accanto a lei. Si sta fissando le mani, seguendo con lo sguardo il movimento del pollice che scorre sui polpastrelli delle altre dita. Fa sempre così, quando pensa. È una delle prime cose che ha notato, di lui. Col tempo, negli anni, ha notato tante altre piccole cose, ma quella l'ha sempre affascinata. Ha sempre invidiato chi riesce a far ordine tra i propri pensieri aiutandosi con qualche rituale, ricreando la sicurezza della routine. -I pedoni. Sono otto, non dieci. E perché ha usato ...
    ... abbattere, per gli altri pezzi? Si catturano, si mangiano, ma abbattere? -hai mangiato qualcosa? Le ha posto la domanda senza sollevare lo sguardo dalle mani, parlando sovrappensiero, il pollice che ancora scivola da un polpastrello all'altro. -si, una tazza di tea. Ma mi hai ascoltata? La risposta riesce a riportarlo indietro e la cosa la fa sorridere. Come ha sempre invidiato quella capacità degli altri, così l'ha sempre divertita l'espressione che assumono, quando ritornano con i piedi per terra. -si che ho mangiato. Non si vede? Un altro po' e mi sta stretto il tuo accappatoio. Anche lei, come ha fatto lui in precedenza, si giustifica senza bisogno. Mentendo. A voler rafforzare la frase, si porta entrambe le mani alla pancia, battendole due volte sul ventre. Questa volta, l'uomo, ricambia il sorriso, accettando di buon grado la menzogna appena sentita. Tutte le relazioni implicano delle bugie. Questa volta è stata lei ad attenderlo a letto, mentre faceva la doccia. I pensieri le si sono accavallati, sovrapponendosi, mischiandosi. Aveva veramente parlato e basta con la moglie? Perché usare gli scacchi come metafora, sbagliando? Aveva sbagliato di proposito? Onesto servitore del sistema? Che fine ha fatto la sua fede? Si trova ormai in stato di dormiveglia, quando sente scostare le coperte e il materasso che si adatta al peso dell'uomo al suo fianco. Al buio, tentoni, ne cerca il viso con le mani. Gli carezza la guancia, sentendo l'accenno di barba sotto le dita, le labbra. Non si ...