1. Deja-vu. -10


    Data: 07/10/2018, Categorie: pulp, Autore: Ylgr

    ... stupisce, quando lui le bacia le dita. Presto, a quelle, sostituisce le sue, di labbra. Si stupisce, quando lui si sottrae al bacio. Solitamente è lei, quella restia a quel tipo d'effusioni. I suoi baci però non son terminati. Semplicemente, è sceso a baciarle il collo prima, il seno poi, dopo essersi spostato su di lei. Il primo morso sul capezzolo la fa sussultare, ma è solo un istante. Il tepore della lingua, la sua consistenza contro ciò che si è inturgidito, sono quelli che fanno cadere ogni possibile resistenza. Gli carezza il capo mentre sente la lingua scorrere tra i seni, il respiro di lui percepibile sulla pelle Chiude le dita tra le ciocche di capelli, serrando le mani a pugno, quando lui raggiunge la sua intimità. Si lascia trasportare, abbandonandosi alle sensazioni che riesce a trasmetterle, al contrasto tra la delicata esplorazione della lingua e l'invasione delle mani, chiuse ad artigliarle i seni in morse che arrivano ad esser dolorose. Il labbro inferiore, stretto tra gli incisivi per trattenere con scarsi risultati i gemiti di piacere, presto si tinge di ferro per le papille gustative. Non oppone resistenza, neppure ci prova, quando sente l'onda crescere per travolgerla. In un atto d'inconsapevole egoismo, stringe a se il volto dell'uomo, chiudendo ...
    ... con forza le cosce. Si lascia andare ad un lungo sospiro quando gli spasmi le danno pace, facendole riacquistare il pieno controllo del proprio corpo e della propria mente. Prima d'addormentarsi, rannicchiata contro il compagno, si sente una stupida, per la gelosia provata al rientro dell'uomo. Nei confronti della moglie, poi. La strada in terra battuta che ha percorso, si è interrotta bruscamente. La cosa che l'ha lasciata maggiormente perplessa è stato il fatto che, anche se scalza, i sassi non le abbiano mai provocato dolore per tutto il tragitto percorso. Alla cenere che si muove leggera nell'aria come tante farfalle, si son aggiunti i sussurri. Non capisce cosa dicono e, infantilmente, si copre le orecchie con le mani per isolarsi. Il crepaccio che segna il finire della via, si rivela essere un cratere. Immenso. Le braci sembrano essere ancora vive sul fondo, ma per la distanza non riesce a dirlo con certezza. Quello che riesce a mettere a fuoco è la figura al centro. Anche se le vesti rosse e nere sono larghe, capisce che una figura così dinoccolata, così sbagliata non può essere naturale. Reale. Si muove in maniera sgraziata sul fondo, parodiando passi di danza su una musica inesistente. E il viso, semplicemente non c'è. Urla, nel sogno. E urla, quando si sveglia. 
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