1. In fila alle Poste


    Data: 08/10/2018, Categorie: Gay / Bisex Etero Dominazione / BDSM Incesti Autore: aliasir, Fonte: RaccontiMilu

    Prendo il numero eliminacode ed è il 109. Guardo i numeri agli sportelli e stanno chiamando il 37.Cazzo. Non è possibile. Me ne vado e torno un altro giorno, penso.Quello davanti a me fa lo stesso ragionamento, evidentemente... perchè appena preso il biglietto, si guarda attorno, poi lo lascia lì e se ne va.Io automaticamente lo prendo. E' il 108. In ogni caso uno di meno davanti a me.Sono insofferente a questo tipo di attese, fosse per me le eviterei sempre. Ma a volte non si può.Mi calmo. Cerco di capire dalla cadenza di chiamata quanto ci potrebbe volere.Mi dico che posso andare a sbrigare delle altre cose e tornare fra un'ora. Probabilmente farò in tempo... e se no... vabbè tornerò domani.Quando torno munito di giornale, stanno chiamando l'89... ne mancano 20, anzi 19.Ok, mettiti l'animo in pace, penso.Vicino a me un ragazzotto ha appena preso il numerino, si guarda attorno, cerca qualcuno.E' alto, biondo, paffuto, occhioni celesti, non un filo di barba.Penso... ecco, questo è il tipo di ragazzo che alcuni uomini potrebbero volere come si vuole una femmina.Provo ad immaginarlo prono, nudo, lievemente forzato a ricevere la prima penetrazione. Sento una reazione al basso ventre come se veramente pensassi ad una femmina.Strano. Mai capitata una cosa del genere con un maschio, seppur giovane ed effemminato.Penso agli antichi greci, o ai libertini settecenteschi che si rifacevano alla tradizione ellenistica, e non trovavano disdicevole servirsi di giovani ragazzi, come se ...
    ... fossero ragazze.Doveva essere piacevole la vita di un signore potente del tempo potendo scegliere in un gregge di giovani pecorelle a seconda dell'estro del momento...Tralascio e mi immergo nella lettura.Pochi secondi e vicino a me si siedere una donna. Parlano, lei e il ragazzo. E' la madre che stava parcheggiando.Lui si lamenta del numero che ha preso. Lei quando si rende conto che ne mancano più di cento si agita.Mi volto verso di lei, e lei si gira. Ha gli occhi del figlio, enormi, celesti. Anche lei di forme morbide.E' la copia matura del ragazzo di poco prima. L'immagine del ragazzo con una parrucca e i tratti un po' sfatti, magari dal vizio, truccato e abbigliato da femmina.Capto le parole "sotto casa di tuo padre" dalle quali deduco che sia separata.Devono compilare dei fogli, ma non ha una penna. Gliela presto, mi sorride.Si accomoda meglio sulla sedia. Chiede delle cose al figlio, che non sa rispondere, allora si gira e le chiede a me.Le rispondo.Poi deve scrivere l'altezza del figlio. Non sa nemmeno quella."secondo lei quanto è alto?" mi fa... dicendogli di alzarsi in piedi.Mi alzo anche io."io sono 1.85 ... guardi lei... mi pare un poco più basso di me, ma poco""si... tanto così... " e fa segno con le dita, saranno cinque centimetri... "quindi uno e ottanta..." dice."grazie... grazie mille "mi dice."si figuri...""me la tiene?" e mi appoggia la borsa sulle gambe. Si alza per togliersi il soprabito.In piedi la guardo senza farmi troppi problemi, forme morbide dicevo... ...
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