Dalla convivenza a qualcosa di più
Data: 08/10/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Stregone Bianco
... continuai sorridendo, -alla fin fine posso dirti che qualcuno lo ha fatto a me, ma che posso sapere riguardo le tecniche?-Un attimo di silenzio...-Senti!- esordì.-Dimmi...--Mi faresti provare?--Puoi ripetere, scusa?!?- avevo delle pulsazioni nel pene paurose ora.. non sapevo che dire.-Ho detto se mi fai provare!!!- era alquanto alterata nella risposta.-Tu vorresti provare? Ma sei tu a parlare?--Sei deficiente o cosa?- mi apostrofò!-Non sono deficiente, ma non sembri la stessa Laura di sempre. O stai scherzando o non ho capito.--Hai capito bene! Non hai detto che serve un po' di pratica?- mi disse. E stavo cominciando a pensare che mi prendesse in giro pesantemente.Non so perché resistevo a tutta questa pressione da parte sua, di norma alle prime avvisaglie di un approccio con altre ragazze, bastano poche battute perché io cominci a stare al gioco, ma con lei era diverso. Non c'erano complicazioni affettive da parte mia, ma sapevo che lei era stata male in passato per altri ragazzi e che aveva risentito di quelle storie, e il suo carattere chiuso lo testimoniava. Qui la faccenda ha preso una piega veramente inaspettata.-Beh?!- mi incalzò.Non ci pensai più. Mi alzai e con un passo le fui appresso, era seduta quasi accanto a me. Lei mi vide, alto, guardarla in maniera strana e sicuramente sconosciuta da parte sua. Non parlava più, mi guardava, si accorse che dietro l'accappatoio c'era quello che aveva chiesto e ne ebbe paura. Aveva rotto qualcosa e voleva tornare indietro. Non ...
... le lasciai il tempo, ormai la cosa si era un tantino complicata. Era tardi per i ripensamenti. La guardai e le dissi: -Ci hai ripensato o vuoi ancora fare pratica?- e aspettai. Laura mi guardò, poi distolse gli occhi e guardò la tele. Era titubante e si vedeva ora. Lo capii e dissi: - Lo sapevo che scherzavi!-. Mi inchiodò su questa frase, mettendomi una mano dentro l'accappatoio e dicendo: -Non scherzavo e non ci ho ripensato!-. Tolse così gli impacci del vestiario da doccia che avevo ancora indosso e lo prese in mano. Una frazione di secondo e lo portò alla bocca. Non era impacciata, non quanto mi aspettavo almeno; infilò piano la cappella in bocca e si fermò; ecco rivelato l'arcano: lei ha la bocca piccola, seppur poi spazio dentro ne abbia. Me lo voleva fare capire. Tenne ferma la cappella tra i denti e cominciò a pulirmela con la lingua. la sua mano mi stringeva, le dissi che mi faceva un po' male coi denti. Sorrise e mi guardò dal basso, poi tornò alla sua opera appena cominciata. Continuava a leccare, ora lo aveva tirato fuori e lo guardava, toccando la punta del glande con la lingua.-Come ti sembra stia andando?- rivolta a me, con un'espressione seria, ma seria che non ci credevo. Sembrava prendesse la cosa come una questione personale, come se pensasse a sè stessa incapace di fare una cosa come quella, una cosa fuori dal mondo per lei, come se si ritenesse bruttina e inesperta.-Bene, non credevo volessi arrivare a questo però!--Non ti piace? Sbaglio in qualcosa?--No, ...