Dalla convivenza a qualcosa di più
Data: 08/10/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Stregone Bianco
... no, non fraintendere. Pensavo scherzassi quando me l'hai chiesto.--E ora pensi che io scherzi?--Direi di no. Continua!-Mi tolsi l'accappatoio e ora ero nudo di fronte a lei. Le presi la testa e l'accompagnai nei movimenti. Volevo sperimentare una cosa: quanto la sua cavità orale fosse profonda. Io dispongo di 16 cm circa e glieli misi pian piano tutti in bocca.. se ero contento??? Così tutto dentro non lo avevo mai spinto! La sua testa andava avanti e indietro, non so se le stesse piacendo, ma si faceva fare quel che io volevo; era come aveva detto lei: aveva voglia di imparare. Lo tirò fuori e lo prese tra le due mani, masturbandolo. Io assistevo alla scena, le vene mi pulsavano da impazzire, sentivo ogni singolo cm della sua bocca. Le guardai il volto, le leggevo uno sconvolgimento interiore per quello che si era ritrovata a fare, per l'invito fattomi, per tante mille paure che le passavano per la testa. D'altra parte però si sentiva libera, stava facendo una cosa inaspettatamente piacevole. Credo si fosse accorta di quanto la sua inesperienza le facesse dire cose senza senso prima. Quel suo lato sconosciuto la stava investendo in pieno ed era comunque desiderosa di continuare.Le dissi: -Sai che tra poco succederà qualcosa?-Si staccò dalla sua preda e rispose: -Cosa dovrebbe succedere?--Come cosa? Verrò!--Ah...- e non disse altro.-Ah? Che risposta sarebbe?--Se mi dici così vuol dire che stavi pensando qualcosa evidentemente. Altrimenti non chiederesti!-Mi aveva letto nel ...
... pensiero! E continuò: -Ma non so se voglio che tu mi venga in bocca-, leggero silenzio...-almeno, non ancora e sicuramente non oggi!-Io la guardavo allibito. Com'era diversa l'ottica con cui la vedevo adesso. Mi vennero in mente i pensieri più sconci, ma Laura non la volevo trattare come una sgualdrina. Per lei ero un esperimento, un mezzo per capire qualcosa di sé stessa. Le misi una mano sul seno. Due tette magnifiche, lo devo riconoscere, sode, mi riempirono le falangi. Decisi di passare oltre e immersi le mani nella sua maglietta da notte; non trovai un reggiseno come ostacolo, non lo portava quella sera. Mentre lei continuava il suo gioco con le mani, mi piegai e le mie presero possesso di quel paradiso, le toccai i capezzoli, li strinsi, li titillai. Le presi le tette nelle mani, sentii il suo calore tra i miei palmi, ogni singolo centimetro era a contatto con la sua pelle.. mi piacque la sensazione in una maniera incommensurabile. Non avevo mai osato fantasie su Laura e ciò che facevo e mi faceva mi stava piacendo e non poco. Le strinsi forte i capezzoli un'altra volta, sospirò e rimise nuovamente in bocca il suo nuovo amico, andando avanti e indietro da sola questa volta. Lo pompava alla grande dopo le prime incertezze. Ora il gioco piaceva anche a lei, lo percepivo. Le ripresi la testa tra le mani e le dissi di aprire la bocca il più che poteva e cominciai ad entrarle dentro con maggior vigore, guardandola, impotente, ora che non era più lei a dirigere le operazioni. ...