Si accettano caramelle dagli sconosciuti - IV
Data: 08/10/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Molly B
“Tu hai un problema, e io sono la tua soluzione” sussurra. Mi sono appena svegliata tra le sue braccia. Lo osservo perplessa ed assonnata, persa nel calore del suo corpo nudo contro il mio. “Un problema?” “Esatto. I dettagli poi. È ora di colazione, gattina.” “Miao.” Un paio d’ore più tardi passeggiamo pigramente. Ho acquistato delle scarpe basse, adatte a Venezia, e un vestitino in lana. È chiuso da una fila di grossi bottoni sul davanti, e copre appena il bordo delle mie autoreggenti, ma è molto caldo. Tornati nel suo appartamento il tempo di cambiarmi, mi ha allungato una scatoletta piuttosto voluminosa da tenere in borsa. “Parte della soluzione” ha detto. Non so se essere curiosa o preoccupata. Fino a metà pomeriggio, ci raccontiamo. Troviamo insperate affinità e prevedibili distanze. Più volte, mentre parlo, mi afferra per i capelli e stringendomi a lui o facendomi arretrare contro un muro. Mi bacia con passione, con desiderio. Gli mordo le labbra e lui mi sussurra oscenità all’orecchio. Mi spinge contro il suo bacino per farmi sentire la sua eccitazione, o mi stringe il seno da sopra il cappotto. I passanti bisbigliano, tra la disapprovazione e l’invidia. Ma non mi permette di spingere oltre il gioco. E’ eccitante e snervante. Sono ormai stanca di camminare quando torna alle sue prime parole del mattino. “Il tuo problema, è che non sai lasciarti guardare” mi dice, lungo le Fondamente Nove. “Distogli sempre lo sguardo, e anche nei gesti trasmetti chiusura. Quasi volessi ...
... passare inosservata. Devi imparare a lasciarti guardare.” Ha intuito, ma le sue parole mi feriscono un poco. “E tu saresti la soluzione.” “Oh sì…” Mi regala il suo sorriso lascivo, alla Hannibal Lecter, e mi trascina tra le calli. In quest’area sono ancora più strette e deserte che altrove. Siamo avvolti dalla penombra, in una calle che da una modesta piazzetta si tuffa in acqua. Affiancati, ci passiamo appena. “Ci sono due cose che devi imparare. La prima, è accettare che qualcuno possa vederti” bisbiglia, la sua guancia contro la mia. “Lascerai che ti dimostri quanto è eccitante, gattina?” Annuisco, per quanto incerta. Quest’uomo mi affascina, lo conosco da meno di un giorno eppure è irresistibile. Sa dire esattamente quel che voglio sentire. Ma cosa vuol fare? “Bene… Appoggiati meglio al muro. Gambe aperte, mani dietro la schiena.” Lo assecondo guardinga. Scivola sotto il mio vestito con una mano, rapido, e cerca e trova la mia figa. Sussulto. “Già eccitata? Ti scaldi per poco…” mi canzona. Di certo nota il violento rossore che mi colora il viso. “Resta immobile.” Osservo un punto indistinto alle sue spalle, mentre slaccia lento i bottoni del mio vestito, facendolo aprire del tutto. Trattengo a stento la voglia di coprirmi. La vergogna lotta contro l’eccitazione, ma quando torna con le sue dita alla mia figa, scostando il perizoma, boccheggio. Rumori, in una calle vicina, mi distraggono e mi preoccupano. “Ma…” tento di protestare. Se arrivasse qualcuno, non riuscirei certo ...