Si accettano caramelle dagli sconosciuti - IV
Data: 08/10/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Molly B
... a coprirmi! “Muta. Non azzardarti a parlare” mi gela, senza per questo smettere di masturbarmi. Il pollice compie lenti movimenti circolari sul clitoride, due dita affondano in me. Mi piace da impazzire. Lentamente, l’eccitazione vince la vergogna. Il mio bacino va sempre più incontro alla sua mano. Il piacere monta e il mio respiro si fa più corto. Credo sia proprio per questo che lui si ferma, e scosta le dita. Lo guardo con una supplica negli occhi, ma incontro solo il suo sguardo serio. Nemmeno ci provo, a pregarlo di continuare. “Te l’ho già detto ieri in treno. Devi imparare a meritarti quel che vuoi. In ginocchio”. Porto le mani al vestito, per chiudere istintivamente almeno un paio di bottoni. Oh, mossa decisamente sbagliata. Me ne accorgo quando afferra i miei polsi, scostandoli bruscamente. Dovrei scusarmi? Non ne sono mai stata capace. Torna con la mano tra le mie gambe, prima che io possa decidere se parlare o inginocchiarmi come mi ha chiesto. Ma non è certo per riprendere il movimento di prima. “Non mi piace chi tiene il piede in due scarpe. Deciditi: o prendi i tuoi stracci e te ne torni a casa, o lasci che io ti mostri quanto può piacerti essere troia. La recita da ragazzetta pudica, falla a chi non si accorge che hai la figa che cola.” “Ma… se arrivasse qualcuno…” sono praticamente nuda! “T’importa più di quel che pensa uno sconosciuto, che del tuo piacere?” “No… ma…” “Ma niente. Dovessero vederti, non ti sfioreranno con un dito. Credi che ti metterei in ...
... pericolo?” “No, hai ragione.” “Allora, vuoi andartene?” Lo chiede sfiorandomi appena da sopra il perizoma. Fa arricciare il tessuto tra le labbra, e lo tira appena verso l’alto. Sento un brivido di piacere, la chiara risposta del mio corpo alla sua domanda. “No. Ti prego” mi arrendo. “Brava gattina. Facciamo però in modo che tu possa ricordarti bene, di non prendere sciocche iniziative…” Mentre parla mi afferra il clitoride tra pollice ed indice, da sopra il pizzo. E stringe fortissimo. Mi piego su me stessa senza riuscire a trattenere un gemito di dolore. Mi aggrappo a lui per non cadere. Lascia la presa quasi subito, ma una ragnatela di dolore si è già dipanata in tutto il corpo. Sento il clitoride pulsare impazzito. “Ora da brava, in ginocchio… a gambe ben aperte. Poggia le ginocchia sulle mie scarpe.” Appena mi sistemo, si apre il pesante cappotto. Mi trovo con il viso all’altezza dell’evidente rigonfiamento nei suoi pantaloni. Mi rendo conto che, in quel luogo e in quella posizione, sono più coperta di quanto credevo. La scarsa luce del tramonto, i lembi aperti del suo lungo cappotto, il muro alle mie spalle e quello alle sue della stretta calle in cui ci troviamo, mi fanno sentire meno esposta del previsto. Si apre i pantaloni, e li abbassa lento assieme ai boxer. Porto le mani alle sue cosce, per evitare che cadano. Osservo il cazzo, duro e svettante, mordendomi il labbro inferiore. “Sai cosa fare” sussurra. A differenza di quanto mi aspettavo, non mi sfiora nemmeno. Si ...