1. Anonimi clienti del privè


    Data: 10/10/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Pesciolonerosso69, Fonte: Annunci69

    Avevo mal di testa e ancora voglia di dormire. Ma mi sentivo toccare. Era tutto buio, Cercai di respirare profondamente per svegliarmi come da un sogno. Ero in piedi ma ero come stretto fra un armadio ed il muro. Non potevo muovermi in nessuna direzione. Cercai con le mani di esplorare intorno. Davanti, quello che pensavo fosse un armadio era una parete liscia, cui aderivo con la pancia, il torace e anche la faccia. Con le mani cercai di spingere in avanti per liberarmi, ma senza successo. Dietro era lo stesso. Di lato allungai le braccia ma non c’era nulla. Lo stesso respiro era complicato perché la superficie anteriore e quella posteriore mi stringevano e non mi facevano espandere il torace. Dovevo respirare superficialmente.
    
    Man mano che mi svegliavo, prendevo coscienza di mani che mi toccavano davanti e indietro. Sentivo vari rumori strani e voci ovattate. Gli occhi cominciavano ad abituarsi al buio e vedevo un bagliore che proveniva dal basso. Esplorai ancora con le mani e, insieme al freddo, mi accorsi che ero completamente nudo. Le pareti che mi stringevano davanti ed indietro si interrompevano all’altezza del pube, ma quando cercai con le ginocchia di spingere in avanti mi accorsi che c’era solo un buco nella parete dal quale sporgeva solo il mio pube, il pisello e le palle e forse un po’ delle mie cosce. Dietro era la stessa cosa, quindi il mio culo sporgeva da un’apertura. Con le mani cercai di toccare questa apertura ma, non potendomi muovere, riuscii a stento ...
    ... a toccare il bordo della parete e mi accorsi che era molto sottile, praticamente un pannello. Intanto qualcuno mi toccava il pisello e le palle e dietro mi sentivo accarezzare il culo. Improvvisamente presi coscienza: mi ricordai che un tizio che avevo conosciuto su internet mi aveva invitato ad andare in un club privè dove, in un’atmosfera piena di fumo, luci basse e musica ad alto volume, avevo bevuto e da quel momento non ricordavo più niente. E ora che mi stavo risvegliando mi accorsi che mi avevano chiuso in un’intercapedine posta fra due bagni probabilmente dello stesso privè dove quel tizio mi aveva portato. Sentivo infatti rumori di rubinetti, acqua che scorreva e dello sciacquone. Mi aveva forse drogato e con dei complici mi aveva rinchiuso in questa intercapedine. Era chiaro: le mie parti intime erano a disposizione di clienti paganti che potevano scegliere se andare dal lato del mio culo o del mio cazzo. Inorridii all’idea di quello che mi avevano già fatto mentre ero in stato di incoscienza, e terrorizzato all’idea che non avessero usato il preservativo. Ma mentre facevo quei pensieri, sentii distintamente che qualcuno mi stava succhiando il cazzo. Chi sa se era un uomo o una donna. Certo è che succhiava proprio bene. Con le mani mi massaggiava le palle… Mi accorsi che le bocche attorno al mio cazzo erano due, perché una mi succhiava la cappella e un’altra percorreva il cazzo dalle palle alla cappella e di tanto in tanto si scambiavano di posizione. Nel frattempo ...
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