1. Recovery mode 1


    Data: 12/10/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Maks

    ... aveva tanto paura di perdere, scopate con qualche amante o nudi spediti via chat a uno sconosciuto? Quei pensieri mi mandarono su di giri, il cazzo già mi scoppiava accartocciato nei pantaloni mentre sudato guidavo nel traffico. Forse meglio spegnere gli ardori prima di incontrarla, mandai un messaggio dei miei a quella ninfomane di mia moglie "sto tornando, sudatissimo nel traffico... che fai? doccia fredda insieme?" MARTA, mia adorata mogliettina, conosciuta in una festa di inizio anno universitario a vent'anni, uno sguardo, nemmeno il tempo di scambiarsi il nome che ci ritrovammo avvinghiati in una intensa, sconcia, pomiciata dietro al locale. Altezza media, biondina con splendidi occhi celesti che d'estate si decoravano di leggere lentiggini attorno, come due soli in una galassia di stelle, tette tonde e piene, una terza perfetta per riempirsene avidamente le mani, culetto alto con fianchi pronunciati e fighetta in ordine sempre nei minimi dettagli. Un amore alimentato da un'eccezionale intesa sessuale, prima ancora che caratteriale. Lessi la risposta al semaforo successivo "hmm, bella proposta, ma c'è Monica, stiamo organizzando una giornata in piscina domani... temo che dovremo rimandare a dopo cena... non vedo l'ora :p " allegando selfie autoironico ma terribilmente sexy con l'amichetta con cui simulava una pomiciata a tre con una bottiglia di birra. MONICA, mia compagna del liceo: decise di mettersi con me a Natale del quinto superiore, mi iniziò all'amicizia, ...
    ... all'affetto, all'amore, ma anche alla delusione, al dolore e alla disillusione. Per prima mi donò il cuore e la fica per poi rubarmi l'anima: mi lasciò appena partì per l'università. Non pensai ad altre ragazze per mesi. Ci rifrequentammo anni dopo, ma non ci arrendemmo al destino di tornare insieme nonostante la palese affinità che ci univa: io per orgoglio e per rispetto per Marta, lei non ne so ancora per certo il motivo, ma sospettavo che si fosse pentita di avermi lasciato, non avendo trovato nelle sue successive storie una relazione speciale come la nostra. Monica era una ragazza solo carina, per niente alta, castana, profondi occhi nocciola, sorriso suadente su una dentatura perfetta e pelle ambrata. Il seno era piccolo con capezzoli pronunciati, il culetto abbondante sembrava parlare. A scuola ce n'erano di ragazze più attraenti, eppure lei era la più ambita, quella di cui tutti si innamoravano, come se intrappolasse ogni sguardo in un incantesimo impossibile da spezzare. Tornammo veri amici dopo la laurea, soprattutto per via della bella amicizia che lei instaurò con Marta: trascorrevamo tutti insieme, compreso suo marito Fabio, weekend, feste, grigliate e vacanze, rigorosamente condite da fiumi di birra, musica e battute. Quel selfie ricevuto da mia moglie, volto angelico in cui i miei occhi eccitati scorgevano solo una gran pompinara, con l'immancabile Monica accanto, a troieggiare sul mio terrazzo slinguazzando scherzosamente con la loro Tuborg, precipitò il mio ...