1. Mai dire "mai più..." (prima parte)


    Data: 13/10/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: ghibellino, Fonte: Annunci69

    ... prepuzio, prese la testa del pene tra il pollice e l’indice, e lo tirò appoggiandolo contro la coscia. Quindi infilò l’ago poco sopra la base del pene e con azione lenta e continua iniettò il liquido. La visione dell’ago che penetrava la carne tenera e sensibile mi fece meno impressione di quello che temevo. Dopo avere terminato l’operazione Gilberto racchiuse il membro dentro il pugno.
    
    - Adesso vedrai - disse restando in piedi di fronte a me, sempre con il cazzo ben esposto al mio sguardo. Per pochi lunghi minuti non successe niente, poi cominciò a ingrossarsi e indurirsi rapidamente, fino a sollevarsi prepotentemente in una possente erezione, inimmaginabile in quel cazzetto moscio e rassegnato che esibiva pochi istanti prima. Gilberto sorrideva, soddisfatto del risultato e compiaciuto nel leggere la sorpresa sulla mia faccia.
    
    - Dai! Adesso tocca a te. -
    
    Ero impaziente di provare, ma farlo davanti a un’altra persona mi rendeva nervoso ed eccitato al tempo stesso. Gilberto era un quasi estraneo, ma tra noi si era creato in poche ore uno stretto legame di intima complicità. Non gli sfuggì il mio nervosismo e il leggero tremito delle mani mentre impugnavo la boccetta col medicinale e la siringa. Riuscii senza troppe difficoltà a terminare la preparazione. Quando mi trovai in piedi con la siringa in mano, sotto lo sguardo di Gilberto, a cercare il punto giusto dove infilare l’ago mi sentii incerto e esitante.
    
    - Vuoi che te la inietti io? Oppure ti imbarazza? ...
    ... -domandò in tono premuroso.
    
    Mi imbarazzava, certo che mi imbarazzava, ma mai l’avrei ammesso.
    
    - Se non imbarazza te prendermelo in mano…- risposi porgendogli la siringa.
    
    - Tutti i giorni più volte al giorno prendo in mano un cazzetto piccolo e moscio, che vuoi che differenza faccia a chi appartiene - rispose ridendo.
    
    La sua risposta allontanò ogni mio residuo imbarazzo. Con grande naturalezza lasciai che afferrasse il mio membro, abbassasse la pelle del prepuzio, prendesse la testa del pene tra il pollice e l’indice, e lo tirasse appoggiandolo contro la mia coscia. Con mano ferma e sicura, Gilberto appoggiò l’ago poco sopra la base del pene e lo spinse dentro i corpi cavernosi. La punta sottilissima dell’ago non mi causò il dolore che temevo, solo per un breve istante la percezione della pelle che veniva penetrata. Terminata l’iniezione Gilberto racchiuse il mio membro dentro il suo pugno, come aveva precedentemente fatto su di sé. La cosa strana era che sia a me che a lui tutto sembrava assolutamente naturale; non c’era in noi ombra di impaccio o turbamento. Il mio sguardo si soffermava ora sul suo cazzo svettante, ora sul pugno che conteneva il mio ancora indifferente al farmaco. Mentre cominciavo a temere un ulteriore e definitivo livello di impotenza sentii nascere un effetto che da molto tempo avevo dimenticato. Una forza agiva dentro il mio pene, lo gonfiava, lo irrigidiva lo sollevava. Gilberto tolse la mano, io la sostituii con la mia e iniziai ad accarezzarmi in ...
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