1. Transazione d'affari - 1


    Data: 19/10/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... a sbottonarsi la camicia.
    
    “Cosa fai?”, gli chiesi.
    
    “Ti scopo e chiudiamo l’accordo.”
    
    “Eh, no, caro diavolo. Si è detto una notte di passione, non una scopata mordi e fuggi. L’anima è mia e, se permetti, si gioca a modo mio.”
    
    Lui rimase interdetto, con i bottoni della camicia ancora fra le dita. Allora mi avvicinai, gli passai le mani dietro la nuca e dolcemente lo attirai a me, fino a poggiare le labbra sulle sue. Antonello lasciò fare, non si mosse, mentre la mia lingua forzava la barriera delle sue labbra e gli scivolava nella bocca.
    
    Doveva essere la prima volta che qualcuno lo baciava, un uomo per giunta, infatti si irrigidì e cercò di tirarsi indietro, ma io lo tenni ben saldo: col cazzo che avrei rinunciato a baciare quella bocca meravigliosa, più dolce di un favo di miele.
    
    Mentre gli ravanavo in bocca con la lingua, Antonello a poco a poco si rilassò e la sua lingua prese a inseguire la mia, avvinghiandosi al lei, e risucchiandola, quando le sfuggiva. Ben presto le sue mani si unirono dietro la mie nuca, a rendere più saldo il nostro bacio.
    
    Quanto durò? Non lo so: so soltanto che non riuscivo a staccarmi dalle sue labbra. Mi girava la testa, quando finalmente ci separammo, e lui aveva gli occhi languidi. Presi a sbottonargli la camicia, gliela passai dietro le spalle e mi avventai sui suoi grossi capezzoli: li succhiai, li mordicchiai, li leccai prima l’uno e poi l’altro, inebriato dal dolce profumo delle sue ascelle, stimolato dai brividi che gli ...
    ... passavano sotto la pelle.
    
    Lentamente, mi piegai in ginocchio, facendo scivolare le labbra sulla sua calda pelle di seta e fu con un sospiro di pura voluttà che gli baciai l’ombelico, immergendo la lingua nella piccola fossa e passandogli le mani dietro a carezzargli la soda rotondità delle chiappe carnose. Premetti il volto sul suo inguine, aspirandone il vago profumo di cannella che emanava. Non sentivo alcun indurimento lì sotto e pensai stolidamente: “Ma ce l’hanno il cazzo i diavoli?” Quasi in risposta, lui mi passò una mano dietro la nuca e mi premette con forza il bacino contro la faccia.
    
    Era arrivato il momento. Gli slacciai la cintura, poi gli sbottonai la patta e presi a fargli scivolare lentamente i pantaloni fino a mezza coscia. Indossava degli slip di un bianco immacolato, notevolmente gravato sul davanti dal peso dei genitali. L’aroma di cannella era adesso più intenso: gli fissai il bozzolo voluminoso: il cazzo era ancora molle, ma c’era, il suo profilo era chiaramente visibile, ripiegato sotto i coglioni.
    
    Lo spinsi a sedere di nuovo sulla poltrona e mi chinai a togliergli le scarpe; poi gli sfilai i calzini e ubbidendo ad un impulso improvviso, gli presi in mano i piedi e glieli baciai. Mi piaceva il loro vago sentore di cuoio.
    
    A quel punto, gli tolsi del tutto i pantaloni e lo feci scivolare in avanti, fino a ritrovarsi sdraiato sulla poltrona e col bacino sull’orlo della seduta. Ero in ginocchio fra le sue cosce divaricate: presi a carezzargli il ...