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Passeggiata nel parco (1)
Data: 22/10/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio
Quest’anno il caldo è iniziato presto. Siamo a maggio e la temperatura di giorno comincia ad essere abbastanza alta e la sera si sta bene anche fino a tardi. Venire a lavorare con quest’afa è una tortura! Peraltro, stamattina il mio capo mi ha detto che domani, venerdì, dovrò andare in missione per conto dell’azienda. Quando mi dice la località mi viene in mente un’idea: essendo vicino a dove abita Pino, decido di chiamarlo per vederci. “Potrei anche restare fino a tardi, tanto sabato non lavoro!”, penso. “Ehi ciao, puttanella! Come stai? È un po’ che non ci si sente!”. “Ma ciao, troietta! Io bene, e tu?”. “Bene, bene, grazie! Ascolta: domani sarò dalle tue parti per lavoro. Che ne dici se dopo ci vediamo. Beviamo qualcosa e ci raccontiamo questi mesi in cui non ci siamo visti”. “Dunque, domani… vediamo un po’… io ho un impegno nel pomeriggio, ma poi in serata sarò libero, e comunque sabato non si lavora. Potremmo andare a divertirci!”. “Bene, allora ci vediamo domani. Ti faccio uno squillo quando mi libero e mi dici a che punto sei, ok”. “Ok, a domani allora!”. Oggi, venerdì, la giornata si preannuncia ancora più calda. Sono in macchina con i finestrini completamente aperti per evitare di arrivare all’appuntamento di lavoro già inzuppato di sudore. La mattinata scorre tranquilla. Vengo invitato a pranzo dai clienti e poi di nuovo da loro per definire gli ultimi dettagli. Verso le 17 sono fuori. Vado a bere qualcosa in un bar e ne approfitto per ...
... chiamare Pino. “Ehi, io ho finito. Tu a che punto sei?”. “Ancora mezzoretta e poi vado a casa. Direi che ci possiamo vedere da me alle sei”. “Bene, a dopo!”. Finisco il mio drink e mi metto in macchina, dirigendomi lentamente verso casa di Pino. Parcheggio e aspetto che arrivi. Dopo dieci minuti lo vedo in lontananza, in macchina, che agita le braccia come un forsennato per richiamare la mia attenzione. Il solito folle! Scendiamo e lui mi corre incontro e mi abbraccia: sembra una carrambata! “Dai entriamo! Devi raccontarmi un sacco di cose!”. Prendo le mie cose dalla macchina e andiamo in casa. Mi fa accomodare in soggiorno, mentre lui si mette comodo. Poi si siede di fronte a me e iniziamo a chiacchierare del più e del meno. “Ascolta”, mi fa. “Stasera potremmo andare a menare il culo in discoteca, che ne dici?”. “Sì, dai! Ma saremo solo noi due? E Knut?”. “Knut è in Germania dai suoi. Suo padre non sta molto bene. Tornerà appena possibile, oppure, se la situazione peggiorerà, lo raggiungerò io”. “Oh, mi dispiace. Portagli i miei saluti quando lo senti”. “Bene. Andiamo a preparare qualcosa da mangiare, ché poi dobbiamo farci belli!”. “Puttana!”, lo insulto scherzando. Ceniamo e poi ci agghindiamo a dovere per una serata di divertimento. Io indosso dei jeans che mi fasciano perfettamente le gambe e il culo e una t-shirt attillata; anche Pino mette i jeans e, sopra, una camicia bianca a cui arrotola le maniche. La temperatura elevata ...