Il gioco della bottiglia (prima parte)
Data: 26/10/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: joyxxx, Fonte: Annunci69
... femmine, ma ormai non avevamo più voglia di studiare e la ricerca era solo una scusa per ritrovarci e stare insieme. Si cincischiava per un oretta, si scrivevano quattro cazzate sul quaderno di cui non fregava un cazzo a nessuno perché l’attenzione era tutta posta sul gioco che di li a pochi minuti saremmo andati a iniziare: il gioco della bottiglia.
Non voglio neanche pensare che ci sia qualcuno di così giovane che non sappia di cosa si tratta, però per farla breve: si metteva una bottiglia in orizzontale in mezzo alla stanza con noi tutti disposti a cerchio attorno ad essa; si dichiarava l’azione che quello che doveva girare la bottiglia avrebbe fatto al tipo o alla tipa nella cui direzione si sarebbe fermato il collo della bottiglia fatta girare sul pavimento.
Le prime fasi erano un po’ imbarazzate e titubanti, e le azioni innocenti, tipo stringere la mano, dare una pacca sulla spalla, fare una pernacchia, ma poi quando l’atmosfera si scaldava, le richieste si facevano sempre più audaci, e si arrivava finalmente ai baci e alle palpatine. Ovviamente poteva toccare di doverle fare a un maschio, e li si rideva e sghignazzava come i matti, ma poi quando toccava a uno dell’altro sesso calava un silenzio eccitato attorno a noi, e tutti trattenevano il fiato. Credo di aver dato il mio primo bacio con la lingua in questo modo.
Tra le mie compagne ce n’era una in particolare che mi piaceva molto, si chiamava Claudia (nome di fantasia) era mora coi capelli a caschetto ...
... (mentre all’epoca quasi tutte portavano la coda di cavallo), aveva due gambe lunghe e le tettine acerbe accennate sotto la camicetta. Non era molto sviluppata ma mi faceva sangue come si diceva all’epoca, e speravo sempre quando era il mio turno di bottiglia che quel maledetto collo si fermasse nella sua direzione. E in un’occasione particolare in cui era lei a doverla far girare l’azione da compiere era mettere una mano in mezzo alle gambe. Mi pareva che quella maledetta non smettesse mai di roteare e poi finalmente quando ha rallentato e mi ha indicato inequivocabilmente mi è sembrato per un istante che il cuore mi smettesse di battere.
Tutti gli altri hanno iniziato a ridere e a fare urletti eccitati. Noi maschi eravamo duri da matti in questo gioco e dall’odore che impregnava la stanza anche le ragazze erano sempre belle bagnate oltre che sudate.
Claudia si alzò timidamente e mi venne vicino, io mi alzai a mia volta e lei con la mano esile e tremante mi abbassò lentamente i calzoncini corti con l’elastico e la inserì goffamente sfiorando il mio uccello duro che in quel momento stava tirando come un ossesso. Lei emise un gridolino e la ritirò subito spaventata mentre le urla e gli sghignazzi degli altri la sommergevano. Il rossore delle sue guance mi ingrifava ancora di più, avevo una voglia come non avevo mai sentito prima nei quattordici anni, una voglia che neanche i numerosi baci e palpatine di tette che la bottiglia mi portò in dono per lei e ad altre compagne ...