La fattoria
Data: 27/10/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Siculoabg
La scuola anche per quest’anno era “finalmente” finita ma io, purtroppo, sono stato bocciato. Fu per questo motivo che per punizione mio padre mi accompagnò da suo fratello (mio zio Pippo) che ha un azienda agricola, per passare tutta l’estate a sgobbare nei campi sotto il sole insieme ad ogni sorta di animale tipico delle fattoria. Ovviamente avrei preferito andare dai nonni al mare, ma non mi opposi, del resto era tutta colpa mia. Non ho studiato durante l'anno e ormai era troppo tardi per rimediare… Arriviamo alla fattoria di pomeriggio, faceva un caldo pazzesco, ci accolse mia zia Maria, felicissima di vedermi: lei mi vuole un gran bene, anche perché non ha figli suoi. Mio padre si raccomandò di farmi lavorare tanto, così avrei imparato quanto è realmente dura la vita. Successivamente mi salutò, si rimise in macchina e ripartì solo, diretto verso casa, lasciandomi al mio "destino". Appena mio padre partì, mia zia mi rassicurò subito che avrei fatto solo qualche lavoretto a patto di non dire nulla a mio padre. La cosa mi tranquillizzò, e abbracciata la zia per ringraziarla portai la mia valigia in camera. Sistemate le mie cose, scesi con l'intenzione di andare a salutare mio zio, che nel frattempo stava lavorando nella stalla. Li trovai lo zio Pippo intento a sistemare del fieno con il forcone. Mio zio era un trentenne alto, abbronzato, bello e con una muscolatura parecchio sviluppata per via del lavoro… Appena mi vide lasciò tutto e venne ad abbracciarmi: era felice di ...
... vedermi; mi disse poi che in un certo senso era felice che mi avevano bocciato, così sarei stato un po’ con lui e la zia visto che non mi vedevano mai. Rientrammo in casa verso orario di cena. Zia maria aveva cucinato il pollo per festeggiare, era tutto buonissimo e durante la cena, tra una parola e l'altra raccontai dei miei, della mia vita, delle solite cose insomma ma erano due anni che non vedevo gli zii, e loro erano rimasti un po', come dire, indietro. Dopo cena io e lo zio ci sedemmo sotto il portico, lui a fumare io a tenergli compagnia. Ci perdemmo in chiacchiere, parlando del più e del meno: mi raccontava del lavoro, di com'era faticoso, ma di come allo stesso tempo lo amava. Si fece tardi, e andammo a letto. Poco prima di entrare in camera dissi a mio zio che volevo aiutarlo fin da subito e di svegliarmi l’indomani per iniziare il lavoro. La mia camera era graziosa e si affacciava su un bel terrazzo che permetteva un panorama sui campi coltivati. Aprì la porta per fare entrare l’aria fresca ed uscii fuori. Ad un tratto notai che anche la stanza dei miei zii dava su quel terrazzo e anche loro avevano la porta aperta, ma avevano la luce soffusa e parlavano di me, sottovoce. Io ero in silenzio, volevo ascoltare ciò che dicevano ma il bisbiglio cessò. Il silenzio veniva interrotto solo dai rumori della campagna, ma pochi istanti dopo altri rumori disturbarono la tranquillità del momento: erano gemiti, baci e sussurri. Cazzo. Lo zio cominciava a darsi da fare, ed io ...