1. Tutta colpa della pubblicità


    Data: 27/10/2018, Categorie: Incesti Autore: mimma_goose, Fonte: EroticiRacconti

    Non vedevo l'ora di spogliarmi. No! Non pensate male, per favore…! Era una settimana che ero costretta ad indossare un corsetto scomodissimo. Ci risiamo. No-oo! Non pensate male, per favore…! Stavamo girando uno spot pubblicitario. Eh, sì. Sono un'attrice. No! Per favore! Non quel tipo di attrice…! Dicevo, stavamo girando uno spot da più di una settimana. Sempre lo stesso. Sempre le stesse battute. Il regista era uno stronzo perfezionista, o magari solo stronzo. Non gli andava mai bene niente. Anche il cliente stava cominciando a perdere la pazienza. Manco stessimo facendo un film da concorso… Era solo la pubblicità di una mozzarella, dopotutto. Il cliente aveva voluto le scene in costume da fine Ottocento, pensando che, magari, ciò suggerisse una migliore qualità… che il prodotto fosse più genuino, forse… Boh! Insomma era tutta settimana che mi mettevo 'sto maledetto corsetto la mattina e me lo toglievo la sera. Era scomodissimo: mi schiacciava la pancia se mi sedevo, facevo fatica a respirare anche quando stavo in piedi, figuriamoci poi fare respiri profondi di tanto in tanto, ma soprattutto mi schiacciava il seno. Da quel punto ero piuttosto ben fornita (una quarta) e a sera era completamente indolenzito. Per farmi passare il dolore avevo provato sia il ghiaccio che la borsa calda. Ne ricavavo solo un sollievo momentaneo. Insomma, non riuscivo più a mettermi il reggiseno e in casa (quando ero sola) me ne stavo con le tette al vento. Era sabato mattina e non ci sarebbero ...
    ... state riprese fino a lunedì. Mio fratello Antonio (16 anni) era a scuola, mia madre Francesca (41 anni) a fare la spesa, mio padre Vittorio (46 anni) non ne avevo la più pallida idea, mia sorella Cristina (23 anni) era andata via per un week-end col suo ragazzo. Quindi, in pratica, ero sola in casa. E cosa faccio? Indovinato! TETTE AL VENTO!!!! Ero in cucina a fare colazione. Niente di che: un caffè e una brioche confezionata. Poi avevo intenzione di fare un lungo bagno caldo con l'amido di riso che mi avrebbe ulteriormente rilassato il seno. Stavo per dare un morso alla brioche e chi appare sulla soglia della cucina? “Oh, merda, papà!”, è la prima cosa che pensai. E poi mi ero completamente bloccata, col braccio sollevato e la bocca spalancata con la brioche a pochi centimetri dalla bocca. — Becca! Ma ti pare il caso di andare in giro così! Sei nuda, cielo! — disse lui. Ah, mi chiamo Rebecca e ho 21 anni. — 'Che? È la prima volta che vedi una donna nuda, papà? Andiamo… non fare il moralista! Mi fa male il seno. Ero stufa di dovermi sempre giustificare per ogni mia azione. — Sì, vabbè… potresti semplicemente metterti una maglietta sopra, no? Senza il reggiseno. — Uff… tanto appena finito devo andare in bagno. E poi pensavo di essere sola in casa. Però notai che non mi toglieva gli occhi di dosso, anzi… dalle tette. Che proprio in quel momento avevano deciso di reagire inturgidendo i capezzoli. Riuscivo a sentirmeli duri. Anche senza guardare lo sapevo… li sentivo. Mi portai la ...
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