1. Tutta colpa della pubblicità


    Data: 27/10/2018, Categorie: Incesti Autore: mimma_goose, Fonte: EroticiRacconti

    ... non si chiudeva. “Bene! È andato in camera.” pensai. Mi tolsi l'accappatoio e, nuda, mi avviai verso la mia stanza, facendo finta di aver dimenticato qualcosa. — Accidenti! Ma dove ho la testa! — dissi ad alta voce, come se avessi dimenticato qualcosa di importante e stessi andando a prenderlo. Inevitabilmente passai davanti alla porta della sua camera. Mentre passavo sbirciai velocemente e vidi che era proprio di fronte al letto, mezzo girato verso la porta. “Mi ha sicuramente visto passare”, constatai. Entrai in camera mia, lasciando la porta aperta, e feci finta di cercare qualcosa che avevo lasciato in giro. Non volevo girarmi e fargli capire che lo avevo fatto apposta, quindi continuai a cercare. Mi abbassai, facendo finta di cercare sotto il letto, e arrischiai a guardare verso la porta. Vidi i suoi piedi. “Ottimo! Ha funzionato!” Solo allora mi rialzai, rivolta verso di lui. — Ciao, papà. — Ancora nuda, Becca? Ma questa volta il suo tono di voce era più suadente e decisamente interessato a quello che vedeva. Si avvicinò. — Lo sai che hai un bel corpo? Sei davvero cresciuta bene in questi anni… Non somigli per niente a tua madre, ma piuttosto alla mia, tua nonna. Anche lei aveva un bel seno come te. Sembrava ancora più facile del previsto. — Davvero papà? — gli chiesi tirando indietro le spalle ed esponendo le mie tette alla sua vista. Papà si avvicinò ancora di più, mettendosi di fronte a me. Allungò un dito e mi sfiorò il capezzolo. Questi reagì, erigendosi. — Oh, ...
    ... sì, proprio uguale. Tua nonna ha sempre avuto un seno molto grosso. Mi ricordo che quando ero piccolo volevo sempre addormentarmi accanto a lei, con la testa appoggiata al suo seno. Mi ha sempre raccontato che, per farmi addormentare, mi faceva succhiare il suo latte, fino a che ho compiuto cinque anni. Il tuo seno me lo ricorda molto. Il suo dito non stava fermo un momento. Continuava a stuzzicarlo. Poi lo coprì con tutto il palmo della mano. — Già… proprio uguale — ripeté. Poi si sedette sul mio letto e mi tirò vicino a sé. Mi guardò in viso e mi sorrise. Sorrisi anche io. Presi le sue mani e me le portai al seno. Ormai le parole non servivano più. Papà spalancò la bocca e si prese un capezzolo tra le labbra. Iniziò a succhiare. Prima dolcemente, poi sempre più forte. Sentivo il capezzolo che veniva schiacciato contro il palato. La sua lingua che me lo mungeva con gusto. Era diventato un ciuccio. Papà teneva gli occhi chiusi mentre succhiava, ma le sue mani salivano e scendevano sulla schiena e sui glutei. Mi stavo eccitando. Eccome…! L'eccitazione scaturita dalla sua bocca in azione sul mio seno, ebbe come conseguenza una improvvisa e copiosa produzione di umori vaginali. Mi sentivo talmente bagnata che credevo che il tutto sarebbe colato sul tappeto. Gli presi una mano e me la portai sulla fica. Sentii le sue dita entrarmi dentro. Forse se lo aspettava, o forse no. Si sdraiò di traverso sul mio letto, trascinandomi con lui. Una parte di lui incredibilmente dura cozzò contro ...