1. Il Vento e il Fuoco


    Data: 28/10/2018, Categorie: Etero Autore: Paoletta80

    Arriva quando meno me l'aspetto, silenzioso si alza, lento prende forza, poi mi scuote dentro. Mi afferra, mi porta dove vuole. Posso maledirlo e cercare di restistergli. Posso provare ad anticiparlo e mettermi al riparo. Posso pensare tutto questo, ma so già che vincerà. Io, voglio che vinca. Voglio farmi trasportare. Voglio arrendermi. Voglio sentirmi VIVA. Perché lui è il vento, ed io, sono il fuoco. Le chiacchiere in una serata di fine estate, quegli incontri a cui non puoi dire di no, non quando vivi in centro, non quando ti basta chiudere il portone per tuffarti tra la folla. Pochi amici, molti conoscenti. Sono distratta. Apatica forse? No. Latente. Una calma apparente che mi accompagna da inizio stagione. Aspetto che tutti raggiungano il locale per ordinare, intanto, osservo le persone che mi passano davanti, la calca aumenta: si va in scena. Uomini che esibiscono i loro pettorali in camicie talmente aperte da competere con le scollature femminili. Donne strizzate dentro vestiti troppo stretti e truccate come maschere. Il genere umano è così prevedibile a volte. Un brivido mi percorre la schiena, la brezza che ogni giorno a quest'ora si solleva dal mare, è diventata, oggi, più fresca. La riconosco. La sento sollevarsi e ... accendermi. Mi da vigore, energia, vita. Godo della sua carezza sul corpo. Avverto quella sensazione di ribellione interiore che preme. Lo stato di torpore divenire insopportabile. Chiudo gli occhi un istante per isolarmi in un respiro profondo. ...
    ... Quando li riapro, ti vedo. Gli sguardi si catturano. È davvero ciò che penso? Ho davvero percepito te? Sì. Nessuna coincidenza. Sei il Mio Vento. Non siamo due estranei. Non completamente almeno. Anche tu, come me, sei un attore stabile di questo teatro che è il cuore della città. Ci riconoscevamo tra queste comparse, quasi con gratitudine. Abbiamo giocato con gli occhi spesso, ci siamo sedotti in qualche modo, senza mai parlarci. Poi sei svanito, non ti ho più visto. Ti avevo dimenticato. Invece, ora, eccoti qui. Stasera sarà diverso. Stasera annulleremo in un sol colpo la differenza tra riconoscersi e guardarsi. Tra guardarsi e osservarsi. Tra osservarsi e capire. Capire di volersi. Gli occhi parlano. Continuiamo a cercarci, ancora e ancora. Finché i nostri calici si trovano a condividere lo stesso tavolo. Tutto è superfluo adesso. Siamo solo io e te, gli altri non esistono più. Punti dritto alle mie iridi, cerchi la brace sotto la cenere. Cerchi una conferma che non tardo a farti arrivare. Non abbiamo bisogno di conquistarci con le parole, il linguaggio del corpo parla da solo. Le espressioni del volto, le posture, ci dicono che stasera, io e te, finiremo in un letto. Il mio o il tuo, non ha importanza. Lo sappiamo entrambi. È solo questione di tempo. Intanto il vento si mantiene costante, alimenta il fuoco. Siamo diversi dai figuranti che ci circondano: non frequentiamo questo posto per cercare compagnia. Noi ci viviamo. Ci divertiamo ad assistere allo spettacolo ogni sera ...
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