1. London calling


    Data: 31/10/2018, Categorie: Etero Autore: livingfire

    ... fica, mentre con una mano la tenevo per il sedere un pò sollevata da terra, e l'altra la inchiodava alla porta tenendole un seno ormai nudo. Iniziai a titillarle velocemente il capezzolo come piaceva a lei. Viola si tirò fuori anche l'altro seno e se lo strizzava mentre, ad occhi chiusi, sentiva il mio movimento di bacino farsi sempre più veloce sopra di lei.
    
    La staccai dalla porta e lei si sdraiò sul letto.
    
    "Sono troppo stanca", disse, "però se vuoi puoi violentarmi".
    
    Credo fossi sul punto d'impazzire dal desiderio. Era tutto quello che desideravo. Scoparla come se non ci fosse un domani, senza darle neanche il tempo di un respiro. La volevo, e la volevo tutta. Non volevo perdermi nulla.
    
    Le tolsi solo la veste, e la ammanettai con le braccia in alto sopra la testa. Il suo reggiseno ormai era del tutto abbassato. Le ruppi le calze. Era lì, davanti a me, volutamente inerme, pronta per essere presa.
    
    Sentivo il cazzo esplodere. Lo tirai fuori, ed era enorme. Ancora oggi credi di aver avuto le erezioni più forti della mia vita proprio con lei. Ma non volli correre.
    
    Andai a prendere dal frigo dei dolci che aveva preso Viola, per il dopo teatro.
    
    La bendai, ed iniziai a spalmarle la panna sui capezzoli per poi leccarla tutta via. Ma non era abbastanza, non mi soddisfaceva. Allora le avvicinai il mio cazzo alle sue labbra. Lei lo sentì ed iniziò a succhiarlo con un desiderio esplosivo. Mi piace il tuo cazzo amore, mi disse. Lo tiravo fuori solo per metterci ...
    ... altra panna sopra. Lei riprendeva a succhiarlo, leccarlo sulla punta e sul prepuzio. Mentre con le mani, sempre legate, mi sfiorava le palle. Io di contro, in piedi sulle mie ginocchia, avevo fatto scivolare una mano tra le sue gambe. Avevo scostato di poco il perizoma ed avevo iniziato a sfiorarle il clitoride, avanti e indietro con il polpastrello del dito medio.
    
    Viola era già bagnatissima, ma gradiva quel tocco che si faceva via via più deciso. E più la toccavo, più succhiava il mio cazzo ormai duro come il marmo.
    
    Mi staccai da quella posizione. Ora ero davanti a lei, in piedi. Viola, sdraiata completamente sul letto, le gambe larghe, gli occhi bendati, la bocca ancora avida e la fica bagnata non sapeva cosa stessi facendo. Era lì in attesa, e si contorceva un po'. Avrebbe voluto toccarsi, lo so. Allora mi avvicinai, fermai il suo movimento prendendole una gamba, e appoggiai la mia cappella sul suo clitoride. Volevo sentirla esplodere desiderando di essere penetrata fino in fondo. Iniziai a sbatterglielo sul clitoride, e poi a simulare il movimento della penetrazione strusciandomi su di esso. Quando la vidi sul punto di esplodere, glielo piantai tutto dentro, fino in fondo, e restai fermo un istante. Entrambi emettemmo un gemito profondo. Senza uscire di un centimetro, con il mio cazzo dentro fino in fondo, iniziai a sbattere con forza su di lei. I nostri corpi rimbalzavano sul materasso, e mi sentivo di arrivarle in gola.
    
    "Ce l'hai durissimo" mi disse. Io la tenni ...
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