Weekend con la mia studentessa
Data: 01/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: SweetSweetHolySlut90
Ultimamente, complice anche una serie di piccoli lavori di ristrutturazione che dovevo svolgere su un’abitazione che avevo nei pressi di Modena, mi ero un po’ tagliato fuori dai miei servizi presso il giornale con cui collaboravo. Si era aggiunta anche una buona mole di lavoro al mio ufficio, dove svolgevo la mia occupazione principale, e quindi quel non particolarmente “fresco” servizio sulle suicide girls mi era sembrato una buona occasione per evadere.
Cominciai a raccogliere materiale inizialmente da casa, facendo spesso anche le ore piccole, e finendo per addentrarmi in un mondo che, ovviamente conoscevo piuttosto bene, ma che sempre più finiva per intrigarmi, fra piercing, tatuaggi, tagli uppercut e micro dermal. Bazzicando qualche forum ero riuscito a venire a conoscenza di un party, che seppur prevalentemente sado maso, ospitava due performer suicide girls. Con non poche difficoltà, e soprattutto grazie ad un paio di amici, rimastomi dal mio precedente lavoro mentre frequentavo l’università, che ancora lavoravano in feste, congressi ed eventi, riuscii ad avere e l’ingresso al party e un’intervista con le ragazze. Erano più eccitate loro di qualche domanda che io di fargliela.
Il giornale decise di accordarmi una stanza per due notti a pochi km dall’evento.
Era qualche giorno che non sentivo la mia studentessa, più per impossibilità coi tempi che per mancanza di desiderio. Dopo l’ultima nostra improvvisata al cinema, in cui sembrava ancora una volta ...
... sfuggire, ricevetti una sua telefonata.
Il bigliettino fatto cadere nella borsetta aveva sortito il giusto effetto.
Senza girare troppo attorno alla questione, la invitai a farmi compagnia per il mio weekend di “lavoro”.
Sulle prime cercò qualche scusa, tipo la tesi, un’improrogabile turno al bar o un matrimonio di una zio di Acerra che non vedeva dal 1999.
Decisi di omettere qualche passaggio sul tema della festa che finii per mascherare per un concerto degli Holy wood, neo cover band di Marilyn Manson.
Passai a prenderla al bar e, scherzo del destino, notò più una borsa nera buttata sui sedili di dietro, che il mio nuovo borsone da viaggio di The Bridge che mi aveva depauperato le tasche e riempito l’occhio.
Visto che aveva iniziato a martellarmi di domande, e nemmeno lo stereo riusciva a coprire il suo chiacchierare le permisi di aprirla.
Mi ero permesso di acquistare un corpetto con reggicalze e slip neri. Un morso, ed una bella benda in raso, sempre nera.
Sotto, ma non lo vide subito, c’erano anche un frustino, delle manette ed un po’ di candele, oltre ad una chiavetta usb con delle canzoni, scelte ad hoc.
Il viaggio filò tranquillo.
La sera le feci indossare il corpetto, sotto un paio di jeans stretti neri, stivaletti borchiati ed una t-shirt.
Già la festa non lasciò spazio al pudicismo, fra maschere anti gas, borchie ed assenzio a fiumi.
La lasciai sola giusto il tempo dell’intervista, poi con qualche altro drink sullo stomaco e gli ultimi ...