Weekend con la mia studentessa
Data: 01/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: SweetSweetHolySlut90
... rimasugli di “decenza” evaporati andammo in albergo.
Appena in camera, la appoggiai al muro, le spostai gli slip e iniziai a leccarle la fica. La sentivo gocciolare, mentre spingeva il bacino verso la mia bocca e mi teneva la testa, la cagnetta.
Quando la sentii sufficientemente umida, senza troppi discorsi, tirai fuori il cazzo e glielo spinsi dentro. Era calda, fradicia. Iniziò a mugolare, mentre le tenevo la faccia con la mano ed ad ogni affondo stringevo più la morsa sulle sue guance. Poi iniziai a tenerle il collo, e di pari passo con l’assenza di ossigeno cresceva il suo orgasmo. Sentivo la fica pulsare, ed il mio cazzo duro sempre più inzuppato dai suoi umori, che finivano per sciacquarmi anche le palle.
Dopo il primo orgasmo, senza farle riprendere fiato, incurante dei suoi –Aspetta solo un attimo- la gettai sul letto e ricominciai a stantuffarla sollevandole le gambe fino a farle arrivare le caviglie quasi in bocca.
Più la vedevo affannata, avvinta all’orgasmo e all’impotenza più saliva la mia libido. Ebbe un altro orgasmo, uscii e lasciai il suo corpo, nemmeno più di lei si trattava, disfatta sul letto, come dopo una maratona. Andai alla borsa, rovesciando sul tappeto il contenuto restante. Le lanciai la sciarpa di raso intimandole di bendarsi e di farlo velocemente. Presi il morso e glielo cacciai in bocca mentre ancora il respiro era affannoso, presi le manette e la legai alla testata del letto, con la netta sensazione che non reagisse più per ...
... l’effetto sorpresa che per una reale consapevolezza di quello che stava per accadere.
Dal frigobar presi una bottiglia di prosecco, me ne versai un bicchiere e fumando mi misi a sedere sulla poltrona, guardandola in silenzio. Mi eccitava l’idea che fosse continuamente come in attesa di un mio gesto, avvinta fra un velo di paura ed un paradiso di piacere. Mi avvicinai alla fica, ancora pulsante, e dopo aver messo un po di musica che accentuava l’attesa, accesi una candela, mentre lei non m vedeva. Lasciai che la cera le colasse sulle cosce e la sentii gemere sotto il morso. Poi ancora una colata. Mi avvicinai all’orecchio e le sussurrai – Vuoi vada avanti? Adesso ti abbasso il morso, mi fermerò solo e unicamente se dirai GATTO, capito?-
La fiamma iniziò a sfiorarle la fica, ed ogni suo sussulto accresceva la durezza del mio cazzo.
Lasciai che le colpisse le tette, poi, il collo poi scesi indugiando sulla fica. Sentivo il suo corpo rigido, ma resisteva, rendendomi orgoglioso. Infine iniziai a farle colare fra i suoi “BASTA TI PREGO” abbondanti colate nell’interno cosce. Piangeva, lacrime scivolavano giù, ma il “gatto” non usciva. Era bella coperta di cera, arrossata, presi il frustino e iniziai a colpirla, senza eccedere, infine come premio, rientrai nuovamente dentro di lei. Se possibile era ancora più calda e due soli affondi la fecero venire. Le slegai polsi, presi dell’olio e dopo averle unto il buchetto del culo le spinsi la cappella turgida dentro, questa volta ...