Sul divano con jack daniel's
Data: 05/11/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Bsx_930
... quell'istante apparve Anna.
“Cattive notizie, Luisa si è sentita male. Sta sera ci sarà solo Gabriel”. Disse.
“Ok, l'importante è che ci sia qualcuno che sappia cosa fare”. Dissi sorridendole.
Gabriel spuntò dal retro delle quinte con già il vestito ed il trucco in volto.
“Scusate il ritardo, stavo sistemando Luisa su un divano”. Disse prendendo la mano ad Anna.
“Tranquillo, voglio solo che lo spettacolo vada bene anche se siete solo vuoi due”. Disse salendo sul palco.
“Ok, come facciamo?”. Dissi io guardandolo terrorizzato.
La musica della canzone era già iniziata, fortunatamente c'era un intro molto lunga.
“Be' tu canterai e ballerai con me, dato che non abbiamo più una compagna da dividerci”.
“Ok, mi sembra ragionevole”. Dissi. “E con i passi?”. Continuai. “Guido io tranquillo”. Disse poggiandomi la mano sulla spalla.
“Ed ora colui che per me è come un figlio, colui che è sbocciato proprio su questo palco, un applauso per Claudio!”.
Entrai in scena e le luci mi colpirono direttamente in pieno viso.
Il vestito scuro non aiutava con tutte quelle luci.
“Buona sera 27!”. Dissi prendendo il microfono e cominciando a cantare.
“It won't be easy, you'll think it strange
When I try to explain how I feel
That I still need your love after all that I've done..”.
La canzone iniziava lenta, ma poi prendeva una nota di vivacità ed emozioni.
Gabriel entrò mentre intonavo la seconda strofa e cominciò a danzare prima con una ...
... corista.
Un casqué, una giravolta, un sollevamento, e la sua gonna danzava insieme alla mia voce.
La canzone avanzava ed il momento era arrivato, dovevo provare a ballare mentre cantavo. Mi aspettavo una catastrofe.
“Don't cry for me Argentina
The truth is I never left you
All through my wild days
My mad existence
I kept my promise
Don't keep your distance”
Presi il microfono in una mano e l'altra la poggiai sulla spalla di Gabriel. Lui sorrideva mentre io continuavo a cantare e a muovermi.
Destro, sinistro, mi riusciva bene fare entrambe le cose.
Con Anna avevamo deciso di accorciare la canzone, quella remixata sarebbe dovuta durare molto, questa sarebbe durata si e no cinque di canto e altri due o tre di canzone per dar spazio ai ballerini, ma dei ballerini ne era rimasto uno, ed io.
Dopo il ritornello era il momento che smettessi di cantare e mi impegnassi a ballare.
Il pianoforte suonava, le chitarre pure, persino la batteria, ed io dovevo andare dietro a Gabriel cercando di non pestargli i piedi.
“Stai andando bene”. Mi disse all'orecchio.
“Ho una paura di schiacciarti i piedi non puoi capire”. Dissi e lui scoppiò a ridere poggiandomi le mani sui fianchi per sollevarmi e farmi roteare.
Dal pubblico tuonò un applauso e delle urla di approvazione.
“Scusa, dovevo farlo con Luisa”.
“La prossima volta avvertimi”. Dissi ancora con il cuore a mille.
Continuavo a cantare, la canzone sarebbe finita dopo poco, le coriste ripresero il ...