1. La povera zia


    Data: 08/11/2018, Categorie: Etero Incesti Autore: Paolino99, Fonte: RaccontiMilu

    ... mi disse che gli dispiaceva avermi disturbato dopo il lavoro, ma era l'unica persona che poteva dargli una mano. Suo padre non c'era, era fuori casa, ormai passava la gran parte del tempo al cimitero davanti alla tomba della moglie, ancora lui non se ne faceva una ragione e finché non l'avrebbe fatto inutile stare con le mani in mano. E sua sorella, Paola, fino alla tarda serata non sarebbe rientrata dal lavoro. Gli dissi che non c'era alcun problema, che ero felice di aiutarla e che seppur mi dispiaceva per la loro perdita, questa non doveva impedire di continuare a vivere per i rimasti. Ormai le mie speranze di scopare la zia erano sfumate, sapevo già come sarebbe finita la giornata, sarei rimasto tutto il resto del pomeriggio a portare in soffitta numerose scatole contenenti maglioni e vecchi vestiti della defunta in soffitta insieme alla maggior parte dei suoi soprammobili. E in buona parte accadde quanto pronosticai, Federica mi condusse prima in camera dei genitori, lì erano disposti già una mezza dozzina o giù di lì di cartoni già chiusi da portare subito di sopra, mi lasciò lì dicendomi che mentre mi aspettava aveva già tolto i vestiti più vecchi della madre ma che ancora non voleva dare via e che mentre io li avrei sistemati lei sarebbe passata ai suppellettili sparsi per le varie mensole di casa; voleva arrivare � come disse lei � ad avere il minor numero di ricordi della madre ma di non voler togliere del tutto la sua presenza in quella casa. E mi lasciò lì a ...
    ... fissare i cartoni abbandonando per sempre i pensieri erotici sulla zia. Peccato mi dissi. Passai quasi un'ora a fare i viaggi tra camera e soffitta, impolverandomi a portare su le scatole e sudai copiosamente, il solo pensiero di portare altrettante scatole per la ripida scala mi innervosiva più che mai ma ormai avevo fatto la cazzata di accettare la richiesta di aiuto e non potevo tirarmi indietro, quindi tanto valeva andare fino in fondo. Finii l'ultimo viaggio e andai alla ricerca di Federica per prendere le ultime scatole e finire una volta per tutte quella fastidiosa mansione; la trovai seduta sul divano in soggiorno attorniata da scatole ormai riempite ma con in mano una statuina che stringeva e rigirava tra le mani, sembrava piangerci sopra ma con i capelli lunghi non potevo averne la certezza. Quindi molto delicatamente mi avvicinai a lei cercando di non fare il minimo rumore per non rompere quell'atmosfera di silenzioso cordoglio che si era creata nella stanza; riesco a sedermi accanto a lei e sembra che Federica non abbia ancora recepito la mia presenza. Ma di colpo sento la sua voce che inizia a parlare: �E' strano e al tempo stesso magico di come un ricordo si lega a un particolare oggetto e ti lascia nella mente le sensazioni che provati quando sei entrato in possesso di quella particolare cosa, guarda ad esempio questa stupida statuina. Non vale il coccio di cui è fatta ma quando ero una bambina me ne innamorai al di la di un vetro di un negozio, era natale ricordo, ...
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