Annarella (ii parte - i ricordi)
Data: 09/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: cicciosv
... tornai a casa.”
"Cazzo che avventura!" esclamai.
“Si tesoro! Da allora ho sempre pensato che sia un po’ ninfomane perché un solo cazzo non mi basta.”
"Cara, non tutte le donne si accontentano di un solo uomo, chissà quante hanno le tue stesse esigenze e le reprimono accontentandosi del loro compagno. Ma tu sei diversa hai uno spirito libero ed è giusto che possa trovare le tue soddisfazioni quando e come vuoi.
Inoltre se non ti avessi scoperta con quel tizio nel parco non avrei mai sospettato del tuo vizietto".
"Già" disse lei con un sorrisetto biricchino.
"Adesso mi dici di quel tipo nel parco?"
“Quello poi… è una storia stupida, tutto accaduto per i miei soliti pruriti; ora ti racconto.
Sai che, per andare a scuola prendevo sempre l’autobus al mattino, una linea sempre molto affollata di studenti e di lavoratori dove trovare posto a sedere era un miraggio. Poiché il tragitto da fare era abbastanza lungo, mi dovevo sorbire ogni volta una quarantina di minuti di calca.
Quella mattina, salita sull’autobus, ero compressa tra altre persone. prevalentemente adulte e non avendo vicino i pali verticali di sostegno, mi aggrappai al ferro in alto, cosa che ovviamente faceva salire la mia gonna abbondantemente sopra il ginocchio, comunque eravamo tanto pressati in quel carnaio che nessuno avrebbe potuto vedere nulla.
Alla fermata successiva l’autobus si fermò per far salire ancora persone. Non so come potessero entrarci ma salirono tutti e la calca si ...
... era fatta sempre più opprimente. Tutti pressavano e spingevano quando avvertii un movimento dietro di me. Mi girai e vidi che alle mie spalle aveva preso posto un uomo sulla cinquantina, alto, moro, brizzolato, con 2 occhi neri intensi.
Lo guardai negli occhi e lui mi sorrise.
Quando l’autobus ripartì avvertii una leggera pressione sul culetto ma diedi la colpa al movimento creato dall’autobus. Però quella pressione, anche se impercettibile, non si fermava. Pensai: "E' la calca" e perciò non diedi peso alla cosa.
Poco dopo però avvertii un momento che mi fece mancare il respiro: una mano si era appoggiata sulla mia coscia.
Non avendo libertà di movimento, anche se non potevo essere certa, pensai che quella mano fosse dell'uomo alle mie spalle e i suoi strusciamenti fossero volontari.
La cosa mi intrigò subito e mi stuzzicò la fantasia al pensiero di trovarmi in mezzo ad un sacco di gente. Poi per capire se era l'uomo alle mie spalle a palparmi, decisi di spingere un po’ indietro il mio culetto e di fare dei leggeri movimenti. Facendo questo sentii qualcosa che si induriva e che premeva sul mio culo e la mano di quell'uomo che iniziava a muoversi. Non c’erano più dubbi, era lui che al mio contatto si stava eccitando come mi stavo eccitando io!
Avevo paura di essere vista da qualcuno, girai la testa guardandolo con uno sguardo di preoccupazione i passeggeri intorno a me, lui invece si avvicinò all'orecchio e mi bisbigliò:
“Non ti preoccupare, con questa folla ...