Michele
Data: 09/11/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: DolceValeria
... possiamo incontrarci. Richiamami domani mattina e vediamo di fissare un appuntamento per la prossima settimana�.�Si, va bene�anzi, io mi chiedevo se era possibile vederci adesso��.�Adesso? Ma stai bene, Stefano? Così mi fai preoccupare. Cosa è successo?��No, niente. Ma se sei impegnato facciamo un�altra volta�.�Guarda, stavo uscendo con alcuni amici. Ora gli telefono e disdico l�appuntamento. Ti aspetto a casa mia. Sai dove abito?�.L�ho ringraziato. Mi ha dato l�indirizzo e sono partita verso casa sua. Un�ora e mezza dopo ero sotto un condominio della periferia sud est di Milano.Fissavo le finestre illuminate chiedendomi quali fossero quelle dell�appartamento di Michele. Mi chiedevo cosa potesse succedere, nelle prossime ore, dentro quell�appartamento che, a breve, avrei raggiunto.Poi, guardandomi vestita in quel modo, non ho faticato molto ad immaginare cosa sarebbe accaduto. E che poi era proprio quello che in quel momento desideravo di più.Che poi è quello che è accaduto veramente.Con mille dubbi in testa sono scesa dalla macchina guardandomi intorno con attenzione. Non c�era nessuno. Ho citofonato. Michele mi ha aperto il portone dicendomi di abitare al quarto piano, cioè l�ultimo.�Cazzo! L�ascensore è occupato� mi son detta mentre ormai stavo prendendo la decisione di salire a piedi.Ma, proprio in quell�istante, si è aperta la porta automatica dell�ascensore.C�era una coppia. Grosso modo della mia età. Mi hanno salutato con educazione facendomi segno di entrare pure in ...
... ascensore. Ho fatto un sorriso ed un cenno di ringraziamento con la testa e sono entrata in ascensore. Dallo specchio interno non mi è sfuggito che l�uomo si è voltato a guardarmi con interesse. Fissando principalmente le mie gambe.Poi ho premuto il tasto del quarto piano.Vergogna, paura, emozione ed eccitazione erano le sensazioni che provavo in quel momento.L�ascensore si è fermato. Le porte automatiche di sono aperte. Mi sono ritrovata su un pianerottolo con tre porte. Tutte chiuse. Ho letto i cognomi sui campanelli ed ho suonato a quella di Michele.Dall�appartamento proveniva della musica. Mi sembra che fosse una canzone di Mia Martini.�Ciao Ste��. Le parole gli sono rimaste strozzate in gola. Non riusciva a capire cosa i suoi occhi stessero vedendo.Poi deve aver realizzato.Mi sono soltanto permessa di dirgli: �Ciao Michele. Vorrei soltanto che tu mi chiamassi Valeria. Posso entrare?�.Gli occhi di Michele hanno cominciato a brillare. Era scalzo. Indossava una tuta aderente. Era, tuttavia, un bel ragazzo.Si è spostato e, senza dire una parola, mi ha fatto cenno di entrare. Sorrideva.�Ci ho sempre sperato, lo sai. Ma non credevo che potesse succedere così��. Sono state le prime parole che mi ha detto dopo avermi accompagnata per mano fino in salone.�Si, lo so. E non credevo neanche io che potessi arrivare fino a questo punto. E ancora non so perché. Ma ormai sono qui��.�E non te ne pentirai�� ha detto sorridendo.Credo che fosse appena uscito dalla doccia. I capelli erano ...