Il camerino
Data: 11/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Frank721
... dopo qualche drink di troppo, verso metà serata ci eravamo ritrovati nella mia macchina a scopare. Carolina era la sua migliore amica e mi ero fatto un po’ schifo per questo il giorno dopo ma quella sera non avevo resistito. Elena era arrivata col suo ragazzo e avevano passato la sera a pomiciare senza ritegno. Io ero incazzato nero e cominciai a bere, trovando conforto fra le gambe della sua migliore amica. Almeno me l’ero goduta per bene.
–puoi raccontarmi se vuoi…- mi fa lei a bassa voce
Io non volevo, o meglio l’idea mi eccitava da impazzire ma mi vergognavo un po’ a raccontarglielo.
Presi coraggio e ostentai indifferenza e risposi –niente di che… un pompino veloce nei bagni e poi una scopata veloce…-
-davvero? Strano. Lei mi ha detto che come l’hai presa tu alla missionaria l’altra sera non l’aveva mai fatto nessun’altro-
-bè si diciamo che mi sono impegnato…-.
–Immagino…- mi risponde lei con un tono strano.
Decido di provocarla e dici –certo che Carolina è proprio figa, ma è anche un po’ zoccola, eh?- .
Lei ride di gusto e mi risponde –oh sì è vero… ma non sai quanto è divertente provocare voi maschietti…-
Rimango di stucco a questa sua risposta. Elena non era mai stata così con me.
–cioè?- riprendo, interessato.
- Beh… è divertente sapersi osservate da occhi vogliosi. Tipo, io so che da anni tu mi guardi le tette. E anche il culo, credo. Sulle tette sono sicura, lo vedo -.
Rimango a bocca aperta, imbarazzato e allo stesso tempo ...
... eccitato dalle sue parole.
Lei scoppia di nuovo a ridere e scuote la testa.
C'è qualcosa di strano però. Lei non è mai stata così con me. È sempre stata la brava ragazza, imbarazzata quando si parlava di sesso. E ciò mi insospettisce.
La metro ha un sobbalzo e il mio occhio cade inevitabilmente nella sua scollatura qualche decina di centimetri più in basso rispetto al mio volto. Fra i discorsi di un momento fa e le sue tette praticamente a disposizione del mio sguardo, sento nuovamente la mia erezione crescere nei pantaloni e premere contro la sua coscia, involontariamente.
Lei fa un sorrisetto e dice –uhmm… vedo che apprezzi ancora comunque…- con lo sguardo puntato sul mio pacco gonfio, strusciandosi contro lievemente.
Mi scosto immediatamente e dico –ma che hai, stamattina?-
-Ma niente- fa lei –si scherza! Come sei serio oggi…-.
Non capisco se fa sul serio o se è solo un modo per prendermi in giro, sfruttando i miei, ormai noti, punti deboli. Finalmente arriva la nostra fermata e scendiamo dal treno. Arriviamo alla scala mobile che ci riporta in superficie e, cavallerescamente, faccio salire prima lei. Lei mi guarda con un sorrisetto come se avesse intuito un mio secondo fine e sale sul gradino. Effettivamente così facendo mi ritrovo il suo culo vicino al volto ma cerco di tenere lo sguardo ad altezze non sospette.
Il negozio non dista molto e dopo qualche minuto varchiamo la soglia, dando inizio al peggior supplizio che un uomo possa sopportare: ...