La Gentile Clientela
Data: 13/11/2018,
Categorie:
Etero
Sesso di Gruppo
Lesbo
Autore: SimoH, Fonte: RaccontiMilu
... del tipo �modello con tartaruga�, e se anche posso essere considerato un bel ragazzo, per via dell�altezza, delle spalle larghe e del viso, non ero mai stato oggetto di attenzioni spasmodiche da parte del gentil sesso. Non che quelle attenzioni non le avessi mai provate, ma Gina con le sue occhiatine e il suo tentare di far colpo mi faceva sentire desiderato, ed era una sensazione che mi piaceva.Dopo un paio di settimane durante le quali la vedevo ogni pomeriggio, servendole a volte una Tennent�s, a volte un Cuba Libre, lei mi disse che sarebbe partita per andare in vacanza con i suoi: sette giorni di mare sulla costa adriatica. Il giorno prima che andasse via le chiesi, scherzando, se aveva intenzione di tradirmi al mare. Ridacchiai al battere perplesso di ciglia e all�arrossarsi del viso che furono la sua risposta. Ridendo le dissi che, se voleva prendersi qualche birra in un altro bar poteva farlo, ma che poi avrebbe dovuto dirmelo. Batté le ciglia ancora una volta, poi mi sorrise, dicendomi che l�avrebbe fatto senz�altro. Furono sette giorni noiosi: la mancanza di Gina al bar si faceva sentire, e mi mancava quel suo lusinghiero occhieggiare nella mia direzione mentre portavo le consumazioni agli altri tavoli, o la sua voce quando cercava di attirare la mia attenzione atteggiandosi con gli amici. Quando si ripresentò al bar a vacanza finita rimasi a bocca aperta. Si era lasciata crescere un poco i capelli, che adesso portava in un�acconciatura intrigante a coprirle la ...
... fronte e il collo. Era abbronzatissima, ma sorridente e briosa come sempre. Aveva forse messo su un chilo o poco più che non faceva che donarle e soprattutto si presentò fasciata in un abito con gonna lunga fino alle caviglie e spacco laterale a far intuire le gambe, lunghe e lisce, cotte dal sole. Ai piedi portava un paio di sandali con una zeppa appena accennata che ottenevano il risultato di slanciarla ancora di più.Mi salutò spigliata, con due baci sulle guance e mi chiese una birra. Poi, visto che la serata era molto tranquilla, mi disse se non mi andasse di prenderne una anche io e di sedermi con lei. Non me lo lasciai ripetere, le portai al tavolo due Tennent�s già stappate e mi accomodai al suo fianco. Parlammo per un�oretta del più e del meno: la sua vacanza, il mio lavoro, l�università, poi mentre scorrevamo sul suo cellulare le foto fatte al mare mi cadde l�occhio su una in particolare che la ritraeva in costume (un bikini da cardiopalma). Era di spalle, dritta in piedi, le braccia allargate a simulare il volo sullo sfondo di un tramonto violaceo, ma la vera opera d�arte era il suo culo. Un mandolino assolutamente perfetto, una visione poetica, catartica. Mi persi con gli occhi nel seguire la linea curva di quel capolavoro, nell�apprezzare l�audacia del tanga che scompariva immediatamente nel solco tra quelle dolci collinette. Rimasi a bocca aperta probabilmente, accorgendomi che non avevo mai guardato veramente Gina come avrei dovuto. Quando il suo dito passò sulla ...