La Gentile Clientela
Data: 13/11/2018,
Categorie:
Etero
Sesso di Gruppo
Lesbo
Autore: SimoH, Fonte: RaccontiMilu
... foto, facendola scorrere a quella successiva, stavo per gridarle di fermarsi. Mi controllai a stento, alzando lo sguardo verso di lei. Era arrossita. Evidentemente la mia reazione non le era passata inosservata.Mi slanciai in avanti a coprire quei pochi centimetri che ancora separavano le nostre labbra e la baciai, con trasporto, con voglia. Lei non esitò nemmeno per un istante: sentii la sua bocca schiudersi, la sua lingua farsi audace, mulinando contro la mia in una danza lussuriosa. La volevo. Diavolo se la volevo. Scesi a baciarle il collo, mordicchiandole il lobo dell�orecchio, prima di sussurrarle �Andiamo dentro dai.� Non si fece pregare. Si alzò, senza staccarsi dalle mie labbra, mi gettò le braccia al collo e si fece praticamente trasportare dentro allo spogliatoio riservato al personale. Appena chiudemmo la porta a chiave si sbrigò a togliermi la polo, cercando di continuare a baciarmi in ogni secondo. Quando non poteva raggiungere le labbra la sentivo cercare di arrivare a un qualunque altro brano della mia pelle. Era passionale. Era una furia. Le slacciai la cintura che fermava il vestito in vita, poi le tolsi le spalline, facendolo cadere. Sotto aveva un tanga quasi inesistente, e soprattutto nessun reggiseno. Le piccole tette a coppa di champagne si ersero in tutta la loro bellezza di fronte ai miei occhi, con i capezzoli induriti dall�eccitazione. Me ne impossessai con la bocca, baciandoli, leccandoli, mordendoli, mentre le mie mani artigliavano quel culo ...
... perfetto che avevo visto in fotografia solo un attimo prima e che avevo cominciato subito a desiderare prepotentemente.Gina gemeva piano, spaventata all�idea che un cliente potesse entrare e sentirla, ma non riusciva a resistere alla voglia: le sue mani continuavano a percorrere il mio corpo, cercando di slacciarmi i pantaloni e di impossessarsi del mio cazzo. Cercai di darle una mano in modo inconsulto, ma, preso dalla passione, sembravo incapace di fare altro che continuare a stringere il suo culo e baciarla ovunque. Lei si staccò improvvisamente da me, mi scoccò uno sguardo lascivo e mi sussurrò:�Lasciami fare.� Cadde in ginocchio sul suo stesso vestito, sbottonandomi i pantaloni e tirandoli giù insieme ai boxer in un colpo solo. Il mio cazzo svettò fiero, eretto, eccitato. Gina non lo prese nemmeno in mano. Si lanciò famelica, con le labbra, cominciando da subito un pompino magistrale: alternava colpetti di lingua a profonde leccate, mandandomi in visibilio. Era fantastica, era erotica, era lussuriosa. Ma continuavo ad avere il pensiero fisso del suo culo a rimbombarmi in testa.La presi per i corti capelli e la costrinsi ad allontanarsi dal mio cazzo. Lei alzò gli occhi per guardarmi con un�espressione a metà tra il voglioso e il deluso, e incontrò il mio sguardo che le imponeva di fare ciò che le dicevo.�Alzati e girati.�Eseguì immediatamente, ben più consapevole di quanto avrei potuto immaginare di cosa io avessi in mente. Appoggiò una mano al mio armadietto e inarcò la ...