Il venditore ambulante 4 -panoramica- i
Data: 15/11/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Soundserio
Fortunatamente Marco non riconobbe la voce di Edoardo, scostò le labbra dalle mie e, preso dallo spavento, scappò via giù per le scale. Ignaro di tutto invece il papà di Raffaella stava a letto ad aspettare l’arrivo della pizza, prima di raggiungerlo andai al bagno e sciacquai il viso prima di tirar su un respiro profondo. Quando tornai a letto mantenni il controllo fino al giorno successivo senza destare sospetti. La mattina dopo il banchiere partì e io mi godetti un po’ di calma in solitudine a pensare e ripensare a quel bacio. Non vedevo l’ora di sentire Marco, ma prima di scrivere un sms attesi qualche giorno, volevo valutare bene la situazione, ma soprattutto volevo vedere se si fosse fatto vivo. I giorni passarono e , oltre a non ricevere notizie, i lavori di ristrutturazione del dirimpettaio vennero conclusi. Purtroppo non vi fu neppure occasione di entrare in contatto con Giacomo, non potevo neppure slacciarmi con Claudio che, a distanza di giorni, pareva pentito della nostra esperienza. Alla fine dopo cinque giorni di attesa decisi che spettava me fare il primo passo, d’altronde lui aveva fatto una grande cosa presentandosi inaspettatamente a casa. –“Ciao Marco, come va? Volevo dirti che la sorpresa dell’altra sera mi ha fatto molto piacere, peccato non fossi solo”-. Attesi con ansia una risposta che non arrivò. Qualche giorno dopo misi l’anima in pace, questo matrimonio non s’ha da fare pensai. Cercai di concentrarmi più che potevo sul lavoro universitario cercando ...
... di non farmi distrarre dal testosterone, ma una mattina dirigendomi in sede incontrai per strada Bachisio che, di tutta fretta, passava di li e guardandomi dal finestrino con possessività, notai che non era solo, accanto vi era una donna, probabilmente Laura, la moglie.
Tra noi non vi fu alcun saluto, solo occhiate finché il semaforo si illuminò di verde. Una volta giunto in facoltà mi accomodai dietro la solita scrivania e attesi l’arrivo del prof., controllai il telefono e lessi un messaggio –“Hai sempre un bel culetto”- era Bachisio –“Quando vuoi è sempre tuo”- e riposi l’apparecchio nella tasca del giubbino. Quando il docente fece ingresso, notai che era in compagnia di un altro uomo –“Buongiorno Gabriele, perdona il ritardo, ma spiegavo un po’ di cose al Signor Martino”- , -“Non si preoccupi. Piacere Gabriele”- risposi ai due allungando la mano per presentarmi –“Piacere mio, Martino”-. Non sapevo chi fosse e cosa avesse da dire con il prof. ma subito capii che oltre ad essere un amico di lunga data era anche un collega ricercatore che ci avrebbe dato una mano nel lavoro. Lo squadrai bene, non era molto alto, qualche centimetro più di me, carnagione scura, naso pronunciato, occhio castano e labbra medie. Era calvo, ma non completamente, infatti sui fianchi, anche se si rasava completamente, vi erano dei capelli corti bianchi che si diramavano sino al viso andando a creare una leggera barba incolta. Rimase in ufficio per circa mezzora e quando andò via, Luca (il prof.) ...