Lo Spazio del Master - terza parte -
Data: 29/09/2017,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Mandy99
Dopo quel bacio le ammanettò i polsi dietro la schiena, ordinandole di rimanere inginocchiata e seduta sui talloni. L’attesa fu lunga, e pur restando immobile, Eleonora finì per concentrarsi sui rumori ambientali, costruendosi un’immagine mentale di cosa il Master stesse facendo. Lo sentiva muoversi nell’appartamento, poi fermarsi. Cigolii, crepitii, apertura e chiusura di porte e sportelli, cassetti che venivano aperti e richiusi. Per quanto si sforzasse d’immaginare chissà che, si trattava in fondo di rumori assolutamente normali, associabili ad operazioni che chiunque compie all’interno di un’abitazione. In altre parole, pensò si stesse comportando come se lei non ci fosse stata ed iniziò a dubitare di un limitato interesse di Luca nei suoi confronti. Nulla di più sbagliato ed infatti, proprio in quei momenti il Master le si era avvicinato in silenzio e poco prima di parlarle le aveva tolto la benda dagli occhi. Fra i tanti argomenti trattati prima di quell’incontro, avevano parlato di bondage, dei vari oggetti di costrizione e punizione. Arnesi strani, meravigliosi e perversi allo stesso tempo. Una volta “spiegati”, la gran parte le erano sembrati decisamente interessanti da provare. La benda che copriva gli occhi, ad esempio, la trovava perfetta, perché le avrebbe impedito di guardare Luca con quello sguardo strano ed ambiguo che a volte le capitava di adottare, senza che ve ne fosse un reale motivo. Un’espressione involontaria, che molti equivocavano e che le ...
... dispiaceva mostrare. - Di che sei una puttana... la mia puttana. Forza... queste esatte parole devono uscire dalla tua bocca, adesso. - Non solo, le aveva tolto la benda, ma l’aveva fatto colpendola sotto la cintura. I muscoli del viso di Eleonora si contrassero. Non se l’aspettava proprio che la benda le venisse rimossa all’improvviso, ma soprattutto, mai avrebbe immaginato che le venisse chiesto di autodefinirsi una puttana, men che meno in quel modo. Le serviva un attimo per riprendersi dalla sorpresa e per riempire i polmoni d’aria, poi gli avrebbe risposto a tono, ma le cose andarono diversamente. Non fece in tempo a completare quel pensiero che un sonoro ceffone, seguito da un manrovescio, la stordì. - Non permetterti… non azzardarti... e non osare ribellarti… mai più, schiava - Capì che Luca le aveva letto nel pensiero, e si sentì messa al proprio posto. In fondo, non le era affatto dispiaciuto quel trattamento. Se non l’avesse schiaffeggiata, avrebbe finto per fare qualcosa di cui si sarebbe poi pentita. Con lo schiaffo le aveva impedito un moto di ribellione con cui rischiava di rovinare tutto. Lo schiaffo non era indirizzato a lei, ma al suo personaggio pubblico, quello che tutti ci costruiamo per essere conformi ed accettati dalla società. Se non lo facessimo, se fossimo realmente noi stessi, verremmo emarginati, perché considerati “strani” e “pericolosi”, ma con il Master è diverso. - Sono una puttana - Pronunciò quelle parole e si sentì bene, come se ascoltare la propria ...