Lo Spazio del Master - terza parte -
Data: 29/09/2017,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Mandy99
... voce che confessava un aspetto della sua natura fosse stato un atto liberatorio. Era doppiamente grata al Master, per averla messa al suo posto e fatta sentire così. - Devi ripetere esattamente la frase… così come te l’ho detta - - Sono una puttana... la Sua puttana, Master - Stava terminando la frase quando si sentì afferrare per i capelli. Una presa salda, ferma, che non le lasciava scampo. Mentre con una mano la tratteneva, con l’altra Luca si aprì la patta dei calzoni. Questioni di attimi e davanti alle labbra di Eleonora, a pochi millimetri, c’era il glande morbido e caldo di quel membro già parzialmente in erezione. - Apri bene la bocca e dimostrami cosa sai fare… convincimi che sei quello che hai detto… una femmina nata per dispensare piacere… che ti piace comportarti da puttana… - Quella situazione e quelle parole l’avevano estremamente eccitata. Forse era stato lo schiaffo, oppure l’umiliazione subita, in ogni caso aveva scoperto che essere trattata così le piaceva. Leggendo racconti di dominazione ed immaginando situazioni simili si era bagnata, ma non aveva mai davvero considerato l’ipotesi di essere lei la protagonista. Insomma, non aveva mai voluto immedesimarsi nella protagonista, anche se quella sua indole particolare l’aveva in già compresa. Senza un Master capace di creare le circostanze giuste, però, si sarebbe tenuta per sempre il dubbio, e frustrata, ne avrebbe fatto il suo segreto inconfessabile. Smise di pensare, non riusciva a pensare ad altro che a ...
... dare piacere al suo Master. Iniziò a lavorare il cazzo con la lingua e prima lo leccò tutto, dalla radice alla punta, poi lo baciò per tutta la lunghezza, infine e lo succhiò. Delicatamente, lavorò di lingua e di bocca anche i testicoli. Non era certo il primo pompino che faceva, ma non aveva mai provato nulla di simile, un’eccitazione ed un piacere così intenso. Normalmente, pensava soltanto a farlo diventare rigido il più rapidamente possibile, immaginando cos’avrebbe provato in seguito lei, quando l’avesse avuto finalmente dentro. Attentissima alle minime reazioni di quell'asta per fare sempre meglio, se lo “lavorava” come una professionista. Eccitata ed allo stesso tempo impegnata a donare tutto il piacere di cui poteva essere capace, la mano le sarebbe alla fine scivolata tra le gambe per toccarsi, ma aveva i polsi ammanettati dietro la schiena ed il Master non aveva alcuna intenzione di volerglieli liberare. Se ne fece una ragione, ricordandosi che come schiava non aveva alcun diritto di distrarsi, tanto meno di masturbarsi. Il suo piacere apparteneva ormai al Master e non ne avrebbe mai più potuto disporre liberamente. Come schiava, doveva limitarsi ad essere strumento di piacere. Forse fu proprio per quella ragione, ma il suo desiderio stava raggiungendo livelli parossistici, da ninfomane, un’esperienza che Eleonora non aveva mai sperimentato. Dare piacere al Master comportandosi da schiava e puttana le stava scopando la mente. Non credeva che la sua foia potesse ...