La passeggiata
Data: 16/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: passepartout
Non riprenderò la mia storia esattamente da dove l’avevo lasciata, diciamo che dopo quella notte io e Nausica ci rivedemmo e vivemmo qualcosa d’importante. Vi racconterò qualcosa che forse vi farà rendere conto di ciò che abbiamo provato l’uno per l’altra. Era cominciato l’anno da qualche settimana, decidemmo di fare una passeggiata per il centro di Roma, chiusi la libreria e mi presi un giorno tutto per noi. Raggiungemmo Porta Flaminia con la metro, e scendemmo per Via di Ripetta, quando giungemmo in prossimità dell’Ara Pacis, risalimmo sulla strada e percorremmo Lungotevere Marzio, eravamo l’uno affianco all’altra, le nostre mani si tenevano strette, dal marciapiedi il fiume sembrava placido, eravamo affascinati dai colori e dalla luce dorata che splendeva sullo specchio d’acqua. Seguimmo il corso del fiume a ritroso sulla strada, ignorando quanto ci stessimo allontanando dal centro storico. All’altezza di Lungotevere dei Tebaldi scendemmo verso l’Isola Tiberina, uno dei punti più belli di Roma, con la suggestiva chiesa di San Bartolomeo e la passeggiata fra le rapide del fiume, Trastevere dalla parte opposta della riva. Il sole calava lentamente, baciando i marmi dei palazzi, le foglie dei Platani, i riverberi del fiume, offrendo una varietà di colori che colmavano i nostri occhi. Eravamo silenziosi, assorti, poi le parole cominciarono a trovare la strada delle labbra. Nausica mi disse. Mi è tornata in mente spesso quella sera in campagna, le tue parole, i gesti, la cura ...
... che hai avuto di me. Ho conosciuto altri uomini nella mia vita, tutti mi hanno dato qualcosa, ma nessuno ha avuto l’attenzione che hai avuto tu quella volta. Le strinsi più forte la mano, mentre la fissavo negli occhi verdi. Anche io penso spesso a quella sera Nausica. Le dissi. Ti ho desiderata dalla prima volta che ti ho vista, non immagini che felicità quella sera in libreria, quando ti rividi. La notte trascorsa in campagna, è stata un’esperienza unica, nessuna donna aveva fatto quello che hai fatto tu, con la tua sensibilità hai compreso cose di me, che non ho dovuto neppure spiegarti, abbiamo avuto da subito quell’empatia che a volte s’insegue per una vita, senza mai trovarla. Hai toccato la mia anima Nausica, capisci quello che voglio dire? Seduti su un pezzo di marmo, con la luce negli occhi, ci stringemmo in un abbraccio ferrigno. Lei mi disse. Anche tu Curzio, hai capito che non potrei fare a meno di queste attenzioni. Ci baciammo, con trasporto, passione, sentimento. La sera stava calando, l’enorme palla infuocata era scomparsa dietro i palazzi di stucchi del lungofiume, ci alzammo e notammo che l’aria si era rinfrescata, era scesa l’umidità, attraversammo Ponte Cestio e riprendemmo la nostra passeggiata nel senso opposto, su Lungotevere Sanzio, alcuni gruppi di turisti, scattavano fotografie, sotto, nel fiume, gli ultimi battelli percorrevano il letto fluviale, di ritorno dalle gite panoramiche, la mia Nausica sembrava appagata dal significativo silenzio, colmo di ...