1. Il collega


    Data: 18/11/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: pio_desiderio

    Con il mio ragazzo avevamo deciso di andare a vivere insieme e, nonostante fossi un po’ titubante per un cambiamento radicale che avrebbe potuto squilibrare la mia vita, da qualche mese ci eravamo ormai trasferiti nella nostra casa. Entrambi ci eravamo laureati l’anno passato e le nostre carriere lavorative stavano prendendo il via, ma la quotidianità aveva portato il mio ragazzo a un appiattimento nel modo di vivere il sesso, intiepidendo notevolmente la nostra vita erotica. Io, che invece ero da sempre quello più voglioso e ardente della coppia, avevo sperato inizialmente che si trattasse di una fase passeggiera, passando poi a un mesto periodo di accettazione che alla fine si incenerì al fuoco della mia libido ormai riemersa più prepotente di prima.
    
    Sul lavoro avevo conosciuto Fabrizio, di qualche anno più grande, assunto pure lui nello stesso periodo e che già alla prima classica chiacchierata davanti alla macchinetta del caffè esordì candidamente raccontando le vacanze estive passate con il compagno in Scozia. A quanto pare anche la sua relazione doveva soffrire di un deficit sessuale, perché ben presto gli sguardi obliqui, gli sfioramenti morsicati e gli straordinari accettati solo per stare uno insieme all’altro, non poterono che trasformarsi nel preludio di un doppio tradimento. Si era instaurato tra noi un muto dialogo fisico e gestuale, che sembrava comunicare più di qualsiasi parola. Poi accadde, inaspettatamente ma con grande naturalezza, come un processo ...
    ... fisiologico che arriva alle sue ovvie conclusioni. Dopo un’intera giornata passata fianco a fianco a lavorare su un progetto, carichi di tensioni e languori malamente tenuti a bada, ci gettammo in bagno senza una parola, scambiandoci uno dei baci più violenti e intensi che avessi mai dato. Mi sbatté al muro e mi limonò duramente, facendomi dimenticare i dove e i come. Nelle settimane successive ci scambiammo pompe furtive e baci rubati, alimentando la frustrazione di non poter consumare quell’incontro intimo e carnale tanto anelato. Usavamo entrambi i mezzi pubblici per spostarci e gli alibi da trovare, quando si è entrambi parte di una giovane coppia, sono più rari di quanto sembri.
    
    Galeotto fu ancora il lavoro: dopo alcune settimane sia io che Fabrizio venimmo convocati dai superiori e ci venne affidato l’incarico di rappresentare la società in un convegno. Saremmo dovuti stare fuori città per l’intero fine settimana, io e lui soli come unici rappresentati della nostra azienda. Ricordo ancora come il cazzo mi diventò istantaneamente duro appena ci comunicarono la notizia, riuscendo abilmente a maschera l’erezione con la giacca mentre ero in piedi davanti al direttore.
    
    Nella mente già mi vedevo a gambe larghe e con le dita avvinghiate alle coperte mentre Fabrizio mi stantuffava il culo. Me lo vedevo sopra alto, con il ciuffo biondiccio imperlato dal sudore, i muscoli ben definiti che pulsavano dallo sforzo e il suo sguardo celeste trafitto su di me. La notte prima del ...
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