1. Il collega


    Data: 18/11/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: pio_desiderio

    ... viaggio dormii pochissimo a causa dell’eccitazione e non potei far altro che aspettare le prime luci del giorno. Immerso nella penombra della camera da letto mi afferrai il membro fuori dai boxer e presi a massaggiarlo lentamente, pensando a ciò che mi stava aspettando. Il mio compagno dormiva placidamente al mio fianco, al caldo delle coperte spesse. Mi alzai silenziosamente e cominciai a preparami, sbadigliando per il sonno mancato e cercando di sgattaiolare di casa il prima possibile. Mentre mi mettevo il cappotto sentii vibrare il cellulare, Fabrizio mi aveva appena mandato un messaggio che non lasciava spazio a fraintendimenti: “Non vedo l’ora di riempirti il culo!”
    
    Ci incontrammo alla stazione e prendemmo il treno insieme, comportandoci come due normalissimi colleghi in trasferta. Avevamo aspettato il momento opportuno e ce lo saremo gustati fino all’osso. Finalmente, dopo che il convegno era terminato, ci recammo all’hotel con dei cazzi duri e impazienti che riuscimmo dolorosamente a tollerare. Ci assegnarono due stanze abbastanza vicine e, senza nemmeno pensarci, una volta nel corridoio entrammo nella prima delle due che trovammo, infilandoci dentro. Abbandonammo i trolley e le borse all’ingresso, facendo a malapena in tempo a chiuderci la porta alle spalle prima di saltarci addosso. Tutta la foga repressa schiantò ogni argine come un fiume in piena, trascinandoci in baci torridi e abbracci esasperati che non estinguevano la passione ma la nutrivano ulteriormente. ...
    ... Ci divincolammo dalle strette delle giacche e delle cravatte e avevamo ancora i pantaloni slacciati e qualche bottone delle camicie aperto, quando mi inginocchiai istintivamente per prendere il cazzo di Fabrizio in bocca. La sua verga era un richiamo irresistibile, un feticcio prezioso a cui andava tutta la mia lussuriosa devozione. Lavorai per bene con la lingua la grossa cappella lucida, scendendo poi giù lungo l’asta fino alle palle. Fabrizio mugugnava di piacere mentre il cazzo gli grondava di saliva, frutto della mia insaziabile golosità. A quel punto lui mi fece alzare e sdraiare sul letto, in posizione supina. Si mise seduto sul mio petto e, solo in quel momento, capii cosa voleva fare: prese il cazzo grosso e spesso e me lo stantuffò violentemente in bocca, cominciando a scoparmi la gola con dei poderosi colpi di reni. Prese le mie braccia con le sue mani e me le fece incrociare dietro la testa, tenendole ben ferme e impedendomi di muoverle, in un atto di deliziosa sopraffazione fisica. La mia gola era completamente spalancata e riuscii a stento a tenere a bada i conati e le lacrime dagli occhi. Ne avevo presi di cazzi ma nessuno mi aveva mai riempito le fauci con tale veemenza.
    
    “Oooh sì zoccola…” ansimò Fabrizio con un tono quasi perverso, mentre io lo guardavo dal basso con gli occhi bagnati “ti sfondo la gola!”. La solita faccia pulita e curata di Fabrizio, tipica di un giovane uomo borghese, sembrava una maschera increspata dalla sua natura animale e lussuriosa ...