1. Il collega


    Data: 18/11/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: pio_desiderio

    ... finalmente sguinzagliata, pronta a emergere. Si staccò dalla mia bocca facendomi tossire, mi prese per i fianchi e mi fece girare, inarcandomi la schiena e issando il mio sedere sulle gambe. Si avventò con la bocca sul mio buco con una voracità eccezionale, facendomi gemere come una cagnetta in calore. Sentii ogni tensione sciogliersi sotto i colpi della sua lingua che penetrava nel mio buco, allargandolo gradualmente. Il suo cazzo svettava arrogante e prepotente, pulsante nell’attesa di scaricarsi dentro le mie viscere. Fabrizio lo prese in mando e me lo sbatté sul culo, posizionando la grossa cappella violacea sul mio buco e iniziando a fare pressione per inserirla. Cercai di rilassarmi il più possibile, impaziente di accoglierlo dentro di me. La cappella scivolò lentamente nel mio buco, poi Fabrizio infilò inaspettatamente tutto il cazzo fino alla radice, facendomi sobbalzare per il dolore e il piacere che erano uniti indissolubilmente l’uno all’altro. Il mio cazzo, poco meno che barzotto, aveva già schizzato un rivolo di liquido senza che la scopata fosse ancora iniziata. “Che razza che troia che sei. Te l’ho appena infilato e già ti bagni come la più vorace delle bagasce!” esclamò Fabrizio estasiato, prendendo a cavalcarmi ritmicamente. Era vero, mi sentivo un animale in calore che poteva essere tenuto a bada solo con il culo riempito a dovere. I mesi passati nella semi-castità per amore della fedeltà coniugale alla fine erano riusciti solo a rendere palese la troia ...
    ... insaziabile che ero, e che non potevo fare a meno di essere.
    
    Questi pensieri così lucidi e genuini sbiadirono velocemente, sparendo del tutto dopo l’ennesimo stantuffo di Fabrizio che, schiantandomi le viscere, mi faceva fremere di goduria. Mi riprese improvvisamente per i fianchi, estraendo il suo membro squisito e voltandomi verso di lui a gambe all’aria. “Voglio vederti in faccia mentre vieni col mio cazzo dentro, troia!” mormorò rocamente, e io allargai per bene le chiappe con le mani in modo che capisse quanto avevo bisogno di essere sfondato. Rientrò seccamente, con uno sbuffo di soddisfazione, e riprese a montarmi con più foga di prima. Si chinò verso di me a tal punto che le ginocchia mi arrivarono vicino le orecchie, permettendomi di vedere la sua testa incorniciato tra le mie gambe sobbalzanti. La maschera del collega cordiale e dell’uomo tranquillo che avevo conosciuto era completamente andata a pezzi sotto la furia devastante della passione, lasciando scoperto un volto selvaggio e primitivo, quasi primordiale. L’uomo posseduto da un’autentica frenesia erotica ritorna a stadi selvatici dove le formalità della società e le etichette non hanno dimora. I suoi versi si erano ormai trasformati in grugniti bestiali e le sue dita in artigli che mi graffiavano dappertutto, trascinandomi in questo amplesso animale e godendone come non mai. La scopata andò avanti ancora e ancora e il mio cazzo non avevi mai smesso di bagnarsi, al punto che mi bastò sfiorarlo con le dita per ...