1. Lui demone


    Data: 25/11/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Mattepare, Fonte: Annunci69

    Una serata lenta, calda, umida in città. Solita serata con gli amici, al solito posto. Lui non poteva sapere che piega avrebbe preso.
    
    Una faccia nuova tra le solite conoscenze, Adam un ex compagno di università di non ricordo chi. Tipo simpatico alla mano ed esperto di birra, ne provano svariate, di tutti i gusti e gradazioni e come spesso accade si finisce a parlare di donne. Chi racconta di quella volta che ha conosciuto una in discoteca e “poi glie l’ha buttaaato” (con gestualità esplicita), chi della vacanza in Croazia, chi di quella storia assurda dei killer emiliani. Adam si diverte come tutti ma non racconta nulla, allora Lui lo incalzò con fare goliardico per coinvolgerlo ma al suo posto rispose l’amico che lo aveva portato: “Adam fa il maniaco nei parcheggi HAHA”.
    
    Tutti risero, Adam più degli altri.
    
    Una sigaretta fuori, era solo, defilato dalla luce dell’entrata. Uscì anche Adam che non si rese conto della presenza solo quando dall’ombra fece capolino il rosso del tabacco in combustione.
    
    “lo faccio davvero lo sai?” Disse Adam con tono serio.
    
    “Il guardone intendo, non mi giudicare se non l’hai mai fatto” poi rise, Lui con una pacca sulla spalla lo appoggiò ed Adam concluse “prova al parcheggio del parco”. Le risate scemarono lentamente e la conversazione voltò pagina ma Lui non aveva chiaro se fosse solo una battuta oppure no.
    
    Orario di chiusura infrasettimanale, tutti a casa ma Lui non voleva tornare, non tanto a casa quanto al quotidiano, alle ...
    ... scadenze, alla noia. Entrato in macchina vide Adam salutarlo con dei colpi di abbaglianti urlando “così si fa!”.
    
    Lui non capì, magari era solo uno strascico di entusiasmo ma vedendolo gli tornò in mente il parcheggio del parco e quasi senza rendersene conto guidò fino a lì.
    
    Il posto era deserto, un po’ sporco e discretamente illuminato. Spense l’auto ed abbassò i finestrini, il fragore delle cicale invase l’abitacolo e l’aria umida appesantì il suo morale. Si chiese cosa stesse facendo, perché non poteva tornare semplicemente a casa come tutti e quanto era stato stupido a prendere sul serio quelle battute. Non lo sapeva, qualcosa alberga dentro di lui nel profondo, un demone rosso sotto la sabbia, tenuto a bada dalla routune, dalla cultura sociale e dalle incombenze.
    
    I suoi pensieri vennero disturbati da una flebile luce bianca in lontananza, sul limite lontano del parcheggio, nell’ombra di un lampione rotto.
    
    Un’auto, grigia peraltro, come aveva fatto a non vederla?
    
    La luce era nell’abitacolo, si spense subito dopo, forse un cellulare, c’era qualcuno quindi.
    
    Ci mise poco a realizzare che l’unica opzione plausibile era che all’interno ci fosse una coppia appartata e lui stava lì, magari stava disturbando e basta, magari il cellulare era servito a chiamare la polizia. Sentì il suo demone rosso svegliarsi e bussare, poi realizzò che nessuno stava facendo nulla di male e smise.
    
    Non riusciva ad andarsene però, non sentiva nulla ma era inchiodato dal dubbio, dal ...
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