1. Esercizi a corpo libero


    Data: 26/11/2018, Categorie: Etero Autore: TheWonderbull, Fonte: Annunci69

    ... culo appoggiato al muro e le gambe dritte, fino a toccare con il palmo delle mani il pavimento. Quel giorno no, preferì mettersi di fianco ad uno dei grandi specchi che ci circondavano, incidentalmente proprio davanti a me, che seduto a riprendere fiato poco più defilato potevo posare i miei occhi su quello spettacolo. Lei stava nell'angolo della palestra dedicato alle 4 panche per gli addominali. La panca su cui stava facendo addominali faceva sì che le sue gambe puntassero verso l'interno della stanza, dove io ero, e quando mi sono avvicinato per posare dei pesi non potei fare a meno di notare come i suoi attillati pantaloni di tuta sottolineassero il taglio della sua fica, grazie anche al fatto che, durante il riposo, le sue gambe non fossero unite ma rilassate, leggermente divaricate. Per me era abbastanza, avevo lavorato per tre quarti d'ora con una erezione che i pantaloni e la maglietta che ci cadeva sopra facevano fatica a nascondere, oltre che con una mente distratta da inevitabili pensieri di sesso. Messi giù i pesi, con pochi passi decisi raggiunsi la sua panca, mi abbassai verso di lei e con il suo sguardo sorpreso le afferrai le gambe, le alzai e presi il posto per sedermi, lasciando poi ricadere le gambe sulle mie cosce. Mi fissava e voleva dire qualcosa, io mi avvicinai e con un sorriso provocatorio le chiesi -"Hai finito di provocarmi?" -"Provocarti..?", rispose, facendo un po' la finta tonta ed un po' prendendo tempo per decidere come comportarsi -"E' da ...
    ... quando sono qua che mi mostri il culo. Ho capito cosa vuoi tu.." -"E cosa voglio?" -"Questo.." Le mie mani raggiunsero i suoi fianchi ed afferrarono i bordi dei suoi pantaloni con le dita, rapidamente fecero il movimento per sfilarli. La cosa, come mi aspettavo, incontrò la sua resistenza, ma bastò insistere un pochino per farli scendere il giusto. Mi ero avvicinato ancora di più, nel frattempo, e la visione del suo pube mi era coperta dai pantaloni che ora stavano a metà coscia, assieme alle mutandine. Ovviamente lei non aveva smesso di simulare proteste. -"Ma no ma che fai, arriva qualcuno!" -"Non arriva nessuno ma dobbiamo sbrigarci, adesso o mai più" L'angolo della palestra era abbastanza sicuro, lontano da occhi indiscreti. Fosse arrivato qualcuno avrebbe suonato alla porta per farsi aprire, e anche se avesse saltato il tornello, come capita per qualcuno dei frequentatori abituali, lo avremmo sentito. Rapidamente mi ero alzato il tanto che bastava per abbassarmi i pantaloncini, appoggiare un ginocchio sulla panca e facilitarmi il compito di sfilare una delle due gambe per poi risedermi, con il mio cazzo durissimo che puntava alla sua figa. La rapidità era essenziale, darle tempo di pensare avrebbe vanificato tutto, per cui in pochissimi istanti, presa la mira con la punta del mio pene, la cui cappella tastava il suo pelo, il cui colore potevo solo immaginare, e gli umori che sbugiardavano le sue parole, entrai dentro di lei, fino a metà della mia asta. Per poter entrare del ...