Tempo di shopping
Data: 27/11/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: MisterPrivilege
... fauna nipponica oggi…” ma proprio in quel momento li raggiunse una commessa sbucata da chissà dove che, con la falsità da circostanza tipica delle assistenti all’acquisto proprie dei negozi upper level, sfoderò loro un sorriso di circostanza chiedendogli come potesse essere utile. Giulia e Ami indicarono e descrissero i capi che avrebbero voluto provare, la commessa prese buona nota e li invitò a raggiungere il piano sottostante over c’erano gli ultimi due camerini rimasti liberi vicini al locale magazzino, stante che quelli posti al piano superiore erano tutti occupati dai gitanti esteri.
La commessa portò a ciascuna i capi indicati e si congedò dicendo che, una volta terminata la prova, avrebbero potuto raggiungerla al piano sovrastante. Ami e Giulia entrarono nei rispettivi camerini tra loro adiacenti. Anche Alberto entrò nel camerino con Ami, tanto quel sottopiano era del tutto isolato da sguardi indiscreti. Ami esordì, mentre si sfilava gli abiti, chiedendo al compagno “Allora, come ti sembra Giulia?”, “Una vera puledra di gran razza” fu la prima risposta di Alberto e proseguì “probabilmente non se la cava tanto bene a succhiare, altrimenti il marito non l’avrebbe lasciata”.
“No caro, non è come pensi tu – spiegò Ami – il problema era che Giulia ha da sempre un’irrefrenabile pulsione sessuale che il marito non riusciva ad assecondare, specie nell’utlimo periodo, così che lei era costretta a farsi sbattere da altri, con l’assenso del marito che poi però non ha più ...
... tollerato questa situazione”.
“Povero cornuto” pensò tra sé e sé Alberto mentre iniziava a palpare il culo di Ami che ormai era rimasta solo in lingerie. Lei si voltò e gli mise la lingua in bocca, limonando per un bel po’. Quando Ami appoggiò la mano sul pacco di Alberto, trovò il suo membro già in completa erezione; si accorse anche che il suo glande aveva sulla punta la prima gocciolina di piacere della quale lei era golosissima. Ami da inginocchiata guardò Alberto e con mezzo sorrisetto malizioso gli disse “hai sempre un cazzo da favola tesoro” e poi con grande abilità asportò via la gocciolina con la punta della sua lingua.
Ami prese quindi a leccare e umettare tutto il glande, poi lungo tutta la lunghezza dell’asta, andata e ritorno, con movimenti lenti.
Gli succhiò poi lo scroto con quella giusta forza da far tendere Alberto che temeva sempre di provare dolore di fronte a una ciucciata troppo vigorosa delle sue palle.
Sta di fatto che le pareti che separavano i due camerini erano di un compensato cartonato ricoperte da leggero strato di sottilissima moquette e Giulia aveva sentito tutto, sia i discorsi nel camerino a fianco sia il flebile suono della succhiata del coglione di Alberto: stava immedesimandosi nella scena e aveva già due dita dentro la sua fica divenuta umida in pochi istanti.
Alberto era già carico, la sua mente si divideva tra l’apprezzare la maialaggine di Ami, specie nei luoghi più insoliti, per poi cercare di sovrapporre a lei l’immagine ...