1. La ragazza dai capelli rossi


    Data: 03/12/2018, Categorie: Sensazioni Etero Autore: The Last Perseus, Fonte: RaccontiMilu

    Incontro sul treno “Mi scusi…” Perso nel mondo de sogni ode la voce, ma non vi presta attenzione. “Signore?” Il silenzio è spazzato. La magia del sonno svanita. Apre un occhio, guarda fuori dal finestrino. È ancora notte. Come potrebbe essere altrimenti? L’arrivo è previsto alle cinque del mattino dopo troppe ore di viaggio. Solo qualche luce gli sfreccia davanti agli occhi. Con ogni probabilità lampioni. “Scusi signore?” Gira il capo lentamente. Nella cuccetta, oltre a lui, soltanto una ragazza. Ecco chi l’ha richiamato dal mondo dei sogni. Prova un moto di antipatia nei suoi confronti. “Mi sa dire che ore sono? Ho finito la batteria nel telefono e… non so quando devo scendere e…” Sospira. La ragazza era chiaramente in imbarazzo e dava l’impressione di non sapere nemmeno lei cosa volesse. Vittorio prende il telefono dalla tasca e accende il display. “Le due.” La ragazza incurva appena le labbra. “Grazie…” Le rivolge un sorriso di cortesia e appoggia la testa allo schienale, chiudendo gli occhi. “Mi scusi se l’ho svegliata…” La voce della ragazza non tarda molto a farsi sentire ancora. Apre di nuovo gli occhi, tanto ormai il sonno era passato. Ha i capelli rossi legati in un crocchio dietro la testa. Gli occhi sono verdi e grandi, come nei migliori cliché, circondati da un leggero velo di trucco, in parte colato. Il viso, tempestato di efelidi, aveva tratti morbidi e delicati. Il naso, piccolo e a punta, ha una piccola anella cromata nel lato sinistro. Tutto il corpo è ...
    ... avvolto da un pesante giaccone color verde militare, senza dubbio più grande di almeno una taglia, nel quale lei pare tenersi stretta, come a ricavarne una protezione dal mondo. Da quell’ammasso informe di tessuto spuntano due gambe fasciate da calze nere, con qualche strappo qua e là. Ai piedi Dottor Martens slacciati e, a giudicare dai segni dell’usura, non propriamente nuovi. Sul sedile accanto uno zaino rosso coperto di scritte, disegni, patch e spille. Dà l’idea di essere in disordine, di aver sofferto e pianto. L’antipatia iniziale lascia spazio alla compassione e si chiede quale storia ci possa essere dietro quel viso. “Non fa nulla, non ti preoccupare.” Gli rivolge un sorriso di cortesia e la osserva mentre si infagotta nuovamente nel giaccone, quasi a voler sparire. Mosse le gambe, tenendo unite le ginocchia. I polpacci non erano grossi, ma nemmeno esili. Da quello sinistro spunta un tatuaggio, ma rimane coperto e non riesce a vederlo per bene. Aspetta qualche istante nel caso la ragazza trovi qualcos’altro da dire e, quando parve essersi addormentata, si rilassa un’altra volta. La porta dello scompartimento si apre dopo un tempo indefinito. Vittorio apre gli occhi infastidito, ma deve ricredersi davanti alla divisa del controllore. La ragazza, invece, non pare svegliarsi. “Chiedo scusa per avervi svegliato, ma devo controllare i biglietti.” Vittorio annuisce svogliato e mostra il suo. Dalla ragazza ancora nessun segno di vita. Il controllore la chiama gentilmente, senza ...
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