1. Una storia, mille riflessioni.


    Data: 01/10/2017, Autore: unoduetre

    ... indifferente. Un altro chissà cosa avrebbe fatto, magari avrebbe finto di essere lusingato per aver accettato la sua proposta, oppure avrebbe viscidamente cominciato a prendersi strane confidenze, lui invece continuò come nulla fosse, imperterrito dietro il suo lavoro e alle sue priorità.Quando alle diciotto tutti andarono via allora venne da noi.“Andiamo nel mio ufficio?” Ci disse, “certamente staremo più comodi”.L’ufficio era una specie di gabbia rossa soppalcata come quelle nei garage o nelle officine meccaniche. Una s**tola di metallo simile ad una cabina con tende lunghe come nelle banche.Pareva dovesse crollare da un minuto all’altro.Dentro lui si sedette dietro la scrivania.“Ti ha detto tutto il tuo ragazzo?” Chiese senza pretendere risposta.“Intanto prenditi i soldi, centomila lire eccole qua.”C’era uno strano silenzio, c’era emozione, c’era appena un po’ di tensione eppure quell’uomo mi trasmetteva calma, non so perché.“Io non amo scopare, per scopare ci vuole feeling, bisogna conoscersi. A me devi prenderlo in bocca e basta, nient’altro.”Non si mosse di un millimetro, nonostante avesse già pagato aspettò che lei si avvicinasse o facesse una mossa, sono certo che se si fosse tirata indietro all’ultimo lui non si sarebbe nemmeno arrabbiato, molto probabilmente gli avrebbe addirittura lasciato i soldi.La mia ragazza invece si avvicinò.A due passi da lui si chinò in avanti e si inginocchiò tra le sue gambe e soltanto in quel momento decise di tirarsi fuori il ...
    ... cazzo.Guardavo la scena da una sedia vicino la finestra. Era piccolo li dentro e non solo vedevo e sentivo tutto, percepivo la distensione che l’uomo cercava di trasmettere a lei ed a me. C’era come una calma cinematografica.Quando la mia ragazza abbassò la testa glie lo mise in bocca lentamente, strano a dirsi, credevo che l’avrebbe immediatamente penetrata fino alla gola ed invece nulla di tutto ciò, la lasciò prendere confidenza con la dimensione che andava via via crescendo e con i tempi che l’avrebbero portata a fare su e giù con la testa.Più guardavo quell’uomo, più pensavo a lui come ad un grande essere, un essere speciale al quale avrei dato ogni cosa pur di somigliargli. Non per quello che stava facendo, non perché si stava divertendo con una ragazzina di trenta anni più giovane, ma perché aveva potere, tutto il potere del mondo.“Io voglio essere così, voglio diventare come lui!” dissi a me stesso.Il fatto che la mia ragazza gli lo stesse succhiando era quasi superfluo, non nego che mi piaceva vederla in ginocchio a fare un pompino ad un signore più grande, ma ancora di più mi esaltava lui ed il modo in cui lo aveva ottenuto.La bocca della mia ragazza si impastò con il suo cazzo per più di venti minuti, poi decise di venire.Si comportò da signore. Un qualunque altro essere povero d’animo le sarebbe venuto in bocca, l’avrebbe tenuta forte per la testa scaricandole dentro tutto lo sperma possibile, ma lui no.Poco prima di venire la avvertì, “o ti togli o vengo dentro” disse.La ...